Merendine, alcuni consigli pratici
E-R Consumatori e il Salvagente hanno analizzato il contenuto in zuccheri di diverse merendine e bibite verificando le conseguenze sulla dieta di grandi e piccini
È diventato un problema di Stato. E non solo di quello italiano. Lo zucchero e le bevande gassate sono nel mirino di diversi Paesi, in genere del Nord Europa, dove per scoraggiarne il consumo si usa il sistema della tassa di scopo. Punto di partenza, per tutti, è la costatazione che ne consumiamo più di quanto dovremmo e neppure ce ne accorgiamo. Dal cucchiaino che versiamo nel caffè appena svegli, ai biscotti che inzuppiamo nel latte a colazione, dal bicchiere di aranciata o di thè freddo che beviamo per dissetarci, alla barretta di cereali che sgranocchiamo per fermare l’appetito. Lo zucchero è presente in quasi ogni alimento e in tutte le bibite a nostra disposizione, di solito in quantità superiore al necessario.
L'industria e lo zucchero, pericolosi alleati
Ma se quello che aggiungiamo noi a cibi e bevande possiamo controllarlo ed eventualmente ridurlo, la quantità di zucchero che utilizza l’industria nei nostri prodotti preferiti è un mistero.
O meglio, per scoprire quanto zucchero c’è in un bicchiere di Coca-Cola, in una caramella o in una merendina basta leggere con attenzione la tabella nutrizionale stampata sulla confezione. La cosa più difficile, invece, è capire se la quantità presente è troppo alta per noi o per i nostri bambini. La dose giornaliera di zucchero consigliata dall’Inran, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, infatti, varia a seconda dell’età, della corporatura e dell’attività fisica che si pratica.
Ma se quello che aggiungiamo noi a cibi e bevande possiamo controllarlo ed eventualmente ridurlo, la quantità di zucchero che utilizza l’industria nei nostri prodotti preferiti è un mistero.
O meglio, per scoprire quanto zucchero c’è in un bicchiere di Coca-Cola, in una caramella o in una merendina basta leggere con attenzione la tabella nutrizionale stampata sulla confezione. La cosa più difficile, invece, è capire se la quantità presente è troppo alta per noi o per i nostri bambini. La dose giornaliera di zucchero consigliata dall’Inran, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, infatti, varia a seconda dell’età, della corporatura e dell’attività fisica che si pratica.
Snack sotto la lente
Per aiutare i consumatori a orientarsi, E-R Consumatori e il Salvagente hanno messo sotto la lente numerosi prodotti, tra i più consumati da grandi e piccini, confrontando la quantità di zucchero presente e verificando la loro incidenza sulla dieta di un bambino e di un adulto. E abbiamo scoperto che un bicchiere di aranciata può contenere più zucchero di una merenda composta da un bicchiere di latte al cacao e due biscotti, e che con una lattina di Pepsi o di Coca una persona tra i 40 e i 50 anni assume la metà della dose giornaliera di zucchero prevista dalle linee guida dell’Inran. Non stupisce, allora, se in Francia, in Finlandia e a breve anche in Danimarca, i governi sostengano iniziative per scoraggiarne il consumo.
Per aiutare i consumatori a orientarsi, E-R Consumatori e il Salvagente hanno messo sotto la lente numerosi prodotti, tra i più consumati da grandi e piccini, confrontando la quantità di zucchero presente e verificando la loro incidenza sulla dieta di un bambino e di un adulto. E abbiamo scoperto che un bicchiere di aranciata può contenere più zucchero di una merenda composta da un bicchiere di latte al cacao e due biscotti, e che con una lattina di Pepsi o di Coca una persona tra i 40 e i 50 anni assume la metà della dose giornaliera di zucchero prevista dalle linee guida dell’Inran. Non stupisce, allora, se in Francia, in Finlandia e a breve anche in Danimarca, i governi sostengano iniziative per scoraggiarne il consumo.