FESTA SAN MARTINO 11 NOVEMBRE

Vieni a festeggiare con noi la festa di San Martino e l'inizio del periodo invernale! Porta delle castagne da far arrostire, troverai del buon vin brulè e un the caldo.

Ritrovo presso la casetta del Parco dei Ciliegi dalle ore 10:00 in poi.

Per info: Viviana cell 3381373947 – mail lortogiardinodimonterenzio@gmail.com


SU SEGNALAZIONE DI UN PAPA' UNA BELLA INIZIATIVA PER SABATO 10 AD OZZANO VEDETE COMMENTO DEL GIORNO!!

San Martino

Una notte di bufera
cavalcava un cavaliere
tutto avvolto nel mantello
il suo nome era Martino.

Ecco al lato del sentiero
sta seduto un poverello
trema tutto
non ha panni
dal gran gelo morirà.

L'ha veduto un cavaliere
la sua spada ha sguainato
in due pezzi ha già tagliato il suo caldo e bel mantello
ed al povero l'ha dato
che di gelo non morrà.

Scende allora sulla terra
lieve il tepore
ed il gelo e la bufera
col suo tocco fa placar.

Ci sono molte leggende che riguardano San Martino, e le sue gesta sono note a tutti i bambini in Germania, Austria e Svizzera.

San Martino è festeggiato anche in tutt’Italia, con tradizioni popolari diverse che vanno dai falò al sud (simili alle feste delle lanterne), ai sammartinelli o sama di Venezia. In effetti l’origine della tanto amata processione delle lanterne non è chiara. Però è molto accreditata l’ipotesi che si tratti di un’elaborazione più “cittadina” dei falò di San Martino, che ancora oggi vengono accesi nelle campagne in tutta Europa.

Per il mondo contadino rappresentava la fine dell’anno agricolo, nonché la data della svinatura e l’inizio del ciclo invernale. In questo periodo si spillava il vino novello dalle botti e si festeggiava accompagnando il vino con i frutti della stagione, quali ad esempio le castagne. Ecco perché ancora oggi in tale ricorrenza si servono caldarroste e vin brulé.

 Si parla anche di “Estate di san Martino” per i giorni intorno all’11 novembre, riconducendoli all’episodio del mantello; in effetti spesso è proprio in questo periodo che si osservavano pochi giorni di tempo bello e tiepido, subito dopo le brume autunnali e poco prima delle gelate invernali. E’ perciò probabile che l’osservazione dei fenomeni naturali nel mondo agricolo e le consuetudini contadine si siano integrate profondamente nella costruzione della leggenda sul santo.