lunedì 10 dicembre 2012

BONUS BEBE'

Bonus bebè
300 euro al mese, per pagare la baby sitter o il nido, per le mamme che rientrano al lavoro e fino al primo anno di vita del bambino
Una disposizione già contenuta nella riforma del mercato del lavoro e voluta dal  Ministro Fornero, diventata operativa da fine novembre.
Prevede la possibilità a partire dal 2013, per le mamme che rientrano al lavoro e fino al compimento del primo anno di vita del bambino, di poter ottenere 300 euro al mese per coprire le spese della baby sitter o dell'asilo nido.

Si tratta di una misura che vuole incentivare il rientro al lavoro con qualche mese d'anticipo rispetto a quanto avviene normalmente e contrastare l'abbandono del posto di lavoro dopo la nascita di un figlio. Fenomeno che interessa statisticamente il 27% delle donne italiane.
Requisiti essenziali per poter usufruire del bonus sono: l'essere donna lavoratrice e poter dimostrare che il figlio frequenta effettivamente il nido oppure è seguito dalla baby sitter. Il bunus mensile potrà essere usufruito per un massimo di sei mesi e verrà erogato direttamente al nido oppure indirettamente alla baby sitter sotto forma di voucher, i buoni per i lavori occasionali.
Attenzione però, i soldi stanziati dal governo sono 20 milioni, che copriranno in tutto 11.000 famiglie, a fronte di circa 500.000 nuovi nati ogni anno. Ecco quindi la necessità di introdurre un ulteriore requisito: il reditto, a cui si aggiungono le buone conoscenze informatiche e la possibilità di collegarsi ad internet.
Per presentare la domanda infatti verrà istituito un "click day", ovvero un giorno in cui tutti dovranno collegarsi per via informatica per presentare la domanda. Vincerà la selezione, della grande e unica graduatoria nazionale, chi ha il valore Isee più basso e, a parità di reddito, chi presenterà la domanda per primo.
Infine, chi otterrà il bonus dovrà rinunciare, per il periodo in cui ne godrà, al congedo parentale facoltativo.
I papà manterranno la possibilità di usufruire di un giorno di congedo obbligatorio e interamente retribuito più altri due facoltativi (sempre interamente pagati), ma concessi solo se la mamma rinuncerà a due giorni della propria maternità.
Una misura che ha fatto e farà discutere molto, soprattutto per l'esiguità dei fondi stanziati. I risultati che tali fondi potranno avere sull'occupazione femminile, non potranno che essere esigui di fronte a un problema strutturale che andrebbe affrontato con misure più incisive.
Non dimentichiamo poi che c'è ben poco di innovativo in questa politica: l'Emilia-Romagna stessa è ricorsa in passato ai voucher conciliativi per i nidi privati e a progetti di sostegno e supporto alle donne lavoratrici, come "Un anno in Famiglia" (un contributo integrativo dello stipendio per madri o padri interessati a utilizzare i congedi parentali nel primo anno di vita dei bambini o per genitori che, svolgendo attività in cui non sia prevista per legge il congedo parentale, vogliano astenersi dal lavoro per lo stesso periodo) o il "Per mano" volto a sostenere parte delle spese della baby sitter.

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