Dieci dita alle mani dieci dita ai piedini
Mem Fox, Helen Oxembury, il castoro, 2009
dai 18 mesi
Questo bel libro racchiude in sé una pluralità di aspetti e si presta ad essere letto, usato, gustato in molti modi.
Innanzitutto è un fantastico 'catalogo' di bebè: ce ne sono di grassi, di magri, di biondi, di mori, di ricci, di raffreddati col naso rosso, tutti raffigurati sullo sfondo della pagina bianca, quindi ben evidenti e chiari. Questa abbondanza risponde senz'altro al bisogno dei bambini di vedere raffigurati i loro simili e dà, ai piccoli e agli adulti che con loro sfogliano il libro, la possibilità di indicare e di nominare (e sappiamo quanto questa attività piaccia ai bimbi) non solo le varie immagini di bebè, ma anche i vari particolari, gli abiti, i fiocchi, gli oggetti, le scarpe, i capelli, i nasi, le bocche.
Il testo, che si accosta alle immagini, è in rima, una sorta di filastrocca che porta inevitabilmente all'interazione fra l'adulto che legge e il piccolo che ascolta. "C'era una volta un bambino nato molto lontano. E poi ce n'era un altro nato molto vicino. Ed entrambi si sa come tutti i bambini,hanno dieci dita alle mani e dieci dita ai piedini." La struttura del testo si ripete. All'enunciazione dei vari tipi di bambini (nati in città, su un prato, al caldo, al freddo...) segue sempre la frase relativa alle dita che sottolinea la somiglianza fra tutti i bambini. La ricorrenza della frase permette ai bambini che ascoltano di anticipare ciò che verrà (e questa è un'altra cosa che ai bambini piace molto) e agli adulti di toccare, solleticare, baciare, mordicchiare manine e piedini. Per questa possibilità il libro è adatto anche a bambini piccoli, che riusciranno a seguire la narrazione grazie alle rime e al gioco di interazione.
Il finale, naturalmente, è a sorpresa. Una sorpresa che non sveliamo, lasciando a chi leggerà il libro il piacere di incontrarla.
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