Calano le nascite, ma aumentano gli accessi ai servizi del sistema sanitario regionale dedicati alle mamme. E' quanto emerge dall'ultimo Rapporto nascita regionale
Presentato l'undiceseimo Rapporto nascita, contenente i dati al 31 dicembre 2013, dalla Regione Emilia-Romagna. Nel rapporto, curato dal Servizio sistema informativo sanità e politiche sociali, sono elaborati i dati contenuti nei Certificati di assistenza al parto, che contengono informazioni di carattere socio-demografico e sanitario e costituiscono la principale fonte di dati per operatori e professionisti che si occupano di salute materno-infantile.
Dai dati contenuti nel rapporto emerge che nel 2013 si è registrato un calo delle nascite (38.057), a conferma di un trend dettato da incertezze e disagi economici sempre più sentiti soprattutto dalle giovani generazioni.
Il 94,6% dei parti in regione avviene nei punti nascita, a testimonianza del fatto che sempre più donne si rivolgono ai servizi del sistema sanitario regionale. Degli oltre 500 parti all'anno, il 78,2% avviene con l'utilizzo di sempre di tecniche di contenimento del dolore nel parto, compresa l’analgesia epidurale garantita gratuitamente in tutte le province della nostra regione. In aumento rispetto al 2012 il ricorso ai parti cesarei, che nel 2013 sono stati il 28% del totale, così come il ricorso alle tecniche di procreazione assistita che nel 2013 è avvenuto nel 2,4% del totale dei parti, a fronte di un 2,2% nel 2012.
Crescono di pari passo anche gli accessi ai servizi pubblici (tra i quali vi sono anche gli ambulatori ospedalieri oltre ai Consultori familiari) ai quali si è rivolto il 48,2% delle madri, così come cresce la frequentazione dei corsi di preparazione al parto, ai quali hanno fatto ricorso nel 2013 il 30,4% delle mamme.
L'identikit delle donne che partoriscono corrisponde a: una mamma italiana (nel 69% dei casi), con un'età media di 33 anni, mentre le mamme straniere (31%) hanno un'età media di 29 anni. Il 36,3% delle mamme madri non è sposata, il 65,7% ha un lavoro. Il 26,4% ha una scolarità medio-bassa, mentre il 30,5% è in possesso di una laurea universitaria.
FONTE: www.saluter.it
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