mercoledì 3 dicembre 2014

NUOVA LEGGE DIVORZIO

Divorzio all'italiana

Le novità e i cambiamenti introdotti dalla recente legge, che tuttavia non va a modificare i tempi tra seprazione e divorzio che restano di tre anni

Era il 1970 quando il Parlamento approvò la legge sul divorzio, una legge che causò molto scalpore all’epoca. Oggi la discussione si è spostata sulle procedure e i tempi che regolano il divorzio, discussione che ha trovato un suo punto d’arrivo nell’approvazione della legge 162/2014.

La legge in questione denominata impropriamente “divorzio breve”, non va a modificare i tempi che intercorrono tra la separazione e il divorzio, che resta di tre anni. Tuttavia introduce importanti novità in merito alla possibilità per i coniugi di ricorrere alla separazione consensuale, alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, allo scioglimento del matrimonio e alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio su domanda congiunta delle parti.

Prima novità tra tutte: non sarà più obbligatorio andare davanti ad un giudice ma basterà rivolgersi ad un avvocato per richiedere la cessazione degli effetti civili del matrimonio. 
Questo sarà possibile nel caso in cui emerga una richiesta comune da entrambi i coniugi coinvolti nel processo di allontanamento dal tetto coniugale, che potranno così presentare un ricorso congiunto, pur se in assenza di legale separazione e in assenza di: figli minori, figli minori di 26 anni ma non economicamente autosufficienti, figli con handicap grave, patrimonio da dividere. Solo in questo caso sarà possibile accedere al procedimento semplificato per la conclusione del matrimonio. Il magistrato infatti riceverà il ricorso congiunto dei coniugi e pronuncerà l’avvenuta conclusione del matrimonio.

I tempi che passeranno dal momento del ricorso alla separazione saranno di 12 mesi nel caso di giudiziale e di 6 mesi nel caso di separazione consensuale (stragiudiziale), sempre se in presenza dei requisiti elencati.

Ultima novità è quella introdotta in merito all’aspetto economico, in quanto la legge prevede che la comunione dei beni tra marito e moglie venga meno nel momento esatto in cui il giudice concede l’autorizzazione ai due coniugi a vivere separatamente. In questo modo “ l’ordinanza con la quale sempre i coniugi sono autorizzati a vivere separati viene comunicata all’ufficiale di stato civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione”.

Per ulteriori informazioni potete consultare la pagina dedicata alla seprazione e divorzio sul nostro sito.

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