martedì 4 giugno 2013

ORTI CONDIVISI

Gli orti condivisi


Una possibilità in più per coltivare, a costi limitati, non solo frutta e verdura, ma anche socialità
Una volta c'era l'orticello del vicino, assai diffuso nelle abitudini degli abitanti emiliano-romagnoli, poi con la crescita delle città e la riduzione degli spazi verdi, il calo degli orti è stato significativo.
Si ritorna adesso, in tempi di crisi non solo economica ma anche sociale, alla creazione dei cosiddetti orti condivisi, ovvero spazi comuni gestiti collettivamente da un gruppo di persone all'interno del territorio urbano. I vantaggi non sono solo organizzativi, ma anche sociali, perché questa attività mette in relazione saperi e persone tra loro. Si va quindi dalla coltivazione del suolo, alla necessità di creare relazioni di reciprocità con il territorio circostante attraverso l’organizzazione di spazi sociali per gli anziani, le feste per le comunità di quartiere, fino ai progetti di studio a contatto con la natura per bambini e ragazzi.

Gli orti in condivisione si ispirano a metodi agricoli tradizionali e non utilizzano componenti chimici per eliminare i parassiti, ma tecniche naturali che si rifanno alla permacultura, detta anche “agricoltura del non fare”, limitando le attività alla semina e al raccolto. Non vengono utilizzati macchinari, l’irrigazione è ridotta la minimo e non ci sono potature o concimazioni aggiunte. Il rispetto dei cicli naturali e l’utilizzo di piante autoctone garantisce un maggior rispetto dell’ambiente e minore inquinamento. In questo modo si privilegia la dimensione del sapere, inteso come trasmissione di valori, costituendo un punto di incontro e scambio per la comunità.

Esperienze, nel mondo e in Emilia-Romagna:
Privilegiando la dimensione locale in netto contrasto con la crescita delle città-cemento le esperienze di orti urbani sono una tendenza in continua crescita. Dall’esperienza newyorkese del Green Thumb (1978), un’associazione patrocinata dal Dipartimento dei Parchi con l’obiettivo di risanare zone degradate riconvertendole in orti urbani, a quella di Roma dove sono stati censiti ben 100 aree verdi che sono state recuperate da cittadini e associazioni per essere trasformate in orti urbani condivisi, oppure in spazi pubblici di gioco e di ritrovo.

Anche in Emilia-Romagna si segnalano diverse iniziative, tra le tante: 
Ort Attack all’interno di un centro anziani a Bologna, è un’iniziativa della Banca del Tempo Zoè dedicata ai bambini per insegnare loro l’importanza di coltivare e come momento di scambio intergenerazionale. 
Gli orti condivisi, a Ferrara, un progetto di recupero degli spazi verdi inutilizzati sul territorio e al tempo stesso di promozione dell’utilizzo di pratiche sostenibili e di forme di produzione e acquisto solidali. 
Gli ortelli, a Forlì, vincitore del concorso GPT-Giovani per il territorio a Forlì, si propone di valorizzare alcune aree verdi nel centro storico di Forlì, con lo scopo di coinvolgere le scuole, i giovani, famiglie e gli anziani in eventi conviviali e nella gestione e cura dell’orto. A partire da marzo, ogni primo sabato del mese verranno organizzate attività per famiglie e anche per bambini: laboratori gratuiti di autocostruzione (recinzioni artistiche, tetti verdi...); orto-giardino e orto balcone (con lezioni di tecniche biologiche e sinergiche); arte e osservazione (oggetti di riciclo, design creativo). Per conoscee le iniziative vai allapagina facebook.

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