martedì 20 gennaio 2015

LA BOTTEGA DELLA CREATIVITA'

Il gioco preferito dei bambini: creare un nascondiglio

Ricordate quando da bambini vi piaceva rintanarvi in angoli creati come capanne e come vi sentivate protetti, isolati, lontani da tutto anche se c’era solo un telo a separarvi dal resto del mondo? Questo particolare gioco inizia ad affascinare già intorno ai due o tre anni, ma continua ancora per diverso tempo e si sviluppa e perfeziona crescendo. In fondo anche il desiderio di rendere accoglienti, pulite e belle le nostre case non è altro che l’altra faccia della medaglia di quel gioco affascinante.
I bambini molto piccoli fanno fatica ad organizzare autonomamente un angolo di questo tipo, ma possiamo introdurli noi al mistero magico quando, cambiando le lenzuola al lettone, le facciamo svolazzare e le stendiamo pulite e profumo di bucato, sicuramente ogni genitore ha provato il sorriso divertito e lo sguardo emozionato del proprio bambino sotto quel turbinio di cotone. Possiamo aiutarli a custodire un angolo più autonomo anche semplicemente coprendo un tavolino con un telo leggerocosì che i lembi tocchino terra, ecco pronto un nascondiglio che sicuramente, dopo le prime titubanze, diventerà un posto sicuro dove nascondersi e sentirsi al sicuro. Vi porteranno qualche libro e giocattolo e sarà accogliente anche per fratelli o amici.
Per il bambino piccolo la tana, o il rifugio, si identifica con i primi passi verso l’autonomia, che trova seppur per un breve momento proprio sotto un tavolo semicoperto da un telo leggero. Crescendo i bambini oltre a ritrovare lo stesso gusto di isolamento possono godere anche nel progettare il luogodove andarsi a rifugiare. I miei figli hanno passato pomeriggi interi studiando, creando, sistemando cuscini, teli mollette per il bucato, sedie e angoli dove fermare il tutto, come fossero ingegneri di fama. Il divertimento più grande era appunto questo passaggio creativo, collaborativo e concentrato, e dopo guai ad entrare nel loro piccolo spazio seppur fosse in salotto, in una zona assolutamente di passaggio.

Non trascuriamo l’importanza di questo gioco educativo, perché aiuta il bambino a concentrarsi su di sé, ad affermare la propria identità, ritagliarsi uno spazio autonomo, anche se nella sicurezza di essere accanto all’adulto. Se si ha un bell’albero a disposizione si può aiutare i più grandi acostruire una casa sull’albero, che non deve essere perfetta e assolutamente simile ad una casa vera: la mia casa sull’albero dove mi sono rifugiata persino fino al liceo, spesso a leggere e studiare o chiacchierare con l’amica del cuore, era semplicemente qualche tavola inchiodata ai rami permettendo così una posizione comoda per sedersi, niente di più. L’aspetto importante è proprio questo, non serve una casa altra, ma semplicemente un luogo dove isolarsi.

Se con la bella stagione si è in giro per un picnic, insieme alla cesta delle cibarie, non dimenticate di portare un telo vecchio qualche molletta e una corda, basta trovare un ramo basso dove fissare in qualche modo il telo e subito creare un angolo perfetto perché i bambini possano giocarci sotto dopo essersi forse arrampicati sopra l’albero. Qualche anno fa abbiamo costruito una capanna in giardino servendoci di qualche canna, una corda con cui legarle in cima e un vecchio lenzuolo, i bambini si sono divertiti così tanto che hanno chiesto di poter pranzare e giocare lì per tutto il giorno. Lo stesso semplice progetto si può ripetere anche in casa e smontare e rimontare ogni volta che si desidera.

I vostri figli giocano in questo modo? Avete notato anche voi quanto sia importante per loro questo gioco educativo?

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