martedì 27 gennaio 2015

SUCCEDE A MONTERENZIO

“Se la vita ti offre muffa, tu trasformala in penicillina.” Quanto ci piace questa frase! E quanto siamo affezionati noi del Centro Giovanile a questa cosa verde, puzzolente, fastidiosissima e apparentemente inutile, ovvero la muffa! (perché ci siamo affezionati? ve lo spieghiamo qui sotto…)



Chi vive a Monterenzio sa bene quanto sia facile ritrovarsi gli angoli di casa invasi di muffa, specie in inverno. E’ un problema comune più o meno a tutti coloro che abitano qui nella Valle dell’Idice: complici le forti escursioni termiche e l’umidità del terreno argilloso, d’inverno nulla è più comune a Monterenzio che entrare in casa e sentire un vago odore di muffa.



Ma nella prima sede del nostro centro giovanile l’odore di muffa non era affatto “vago”. Era un odore talmente pungente, infestante, invasivo e penetrante da farci girare la testa e costringerci a spalancare le finestre per almeno dieci minuti ogni pomeriggio. Anche quando fuori c’erano -10 gradi (brrr!) e 80 centimetri di neve, come durante l’indimenticabile e rigidissimo inverno del 2012.



Perché ve lo raccontiamo? Perché questo che a prima vista po’ apparire come un inconveniente verdastro, malsano e insopportabile, si è rivelato essere un alleato prezioso per la storia del nostro Centro Giovanile, proprio come lo è stato per quella della medicina moderna (*). E ora vi raccontiamo il perché.



Settembre 2011. La nostra piccola associazione vince il bando pubblico per la nuova gestione del centro giovanile. Abbiamo pochi giorni per sistemare lo spazio (circa 15 mq) che ci viene assegnato come sede. Lo spazio era in stato di abbandono da mesi e ormai era invaso dalla muffa: tutto, ma proprio tutto (pareti, mobili, divano…) era sporco, umido e muffito. E noi non avevamo budget per comprare arredi nuovi. Soluzione? Io e Cristiana, la mia collega al tempo, decidiamo di ingegnarci per recuperare il recuperabile. Ci mettiamo di buona lena, e approfittando del tiepido sole settembrino, portiamo fuori in giardino i mobili, le sedie e il divano e iniziamo a scartavetrarli, pulirli e spruzzarli di disinfettante, lasciandoli asciugare all’aria.



E’ così che abbiamo conosciuto i primi ragazzi del centro giovanile: loro giocavano a calcio al Parco dei Ciliegi, ma vedendoci in affanno tra cataste di mobili da pulire si sono offerti spontaneamente di aiutarci (e poi ci lamentiamo dei giuovini d’oggi! Beh sappiate che a Monterenzio esistono fanciulli che rinunciano a un pomeriggio di gioco pur di aiutare due donzelle improvvisate muratrici a scartavetrare l’intonaco muffito, vaporizzarlo di candeggina, stuccarlo nei punti in cui la muffa l’aveva corroso, trasportare mobili umidi e pesantissimi in giardino per farli asciugare all’aria…) E infatti è proprio insieme ai ragazzi che abbiamo pulito e recuperato quella stanzetta minuscola, triste e ammuffita, trasformandola nella prima sede del nostro amato centro giovanile.



Ma non riuscivamo a sbarazzarci di quell’odoraccio di muffa terribile, quindi ogni pomeriggio per tre anni siamo stati costretti a battere i denti per dieci luuunghissimi minuti, ovvero i dieci minuti necessari a spalancare le finestre e cambiare l’aria, anche quando fuori c’erano – 10 gradi (brrr!) e 80 centimetri di neve. Eppure, nonostante questi inconvenienti, i nostri ragazzi si sono sempre presentati puntuali al centro giovanile, ogni pomeriggio (ricordiamo che al centro giovanile, da sempre, si accede liberamente, gratis, senza iscrizione dei genitori e senza obbligo di frequenza: se e quando ti va, ci raggiungi!) Insomma, i ragazzi avrebbero potuto dire “che schifo, io in quel posto muffito non ci entro!” e invece grazie alla muffa e al tempo che è servito per liberarcene hanno iniziato a sentirlo come uno spazio proprio. “E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante”, diceva la volpe al Piccolo Principe, ricordate? E infatti sono trascorsi quasi quattro anni, e i nostri ragazzi sono ancora qui. C’è chi ha già compiuto i 18 anni, chi li compirà tra poche settimane: ma il nostro legame rimane immutato.



Ma ci sono delle cose che cambiano, per fortuna! Infatti, dopo tre anni di centro giovanile “muffito”, a maggio del 2014 ci siamo trasferiti, conquistandoci un posto meritatissimo al piano di sopra, sempre nella casetta bianca di via Idice 58 (al parco dei Ciliegi, di fronte alla biblioteca comunale) ma in uno spazio totalmente nuovo. Adesso il nostro Centro Giovanile è bellissimo: possiede ben due stanze (di cui una gigante! Mentre prima eravamo relegati in una saletta di appena 15 mq), una cucina attrezzata, un bagno ampio, non ha problemi di umidità (finalmente!) e inoltre è dotato di un ottimo sistema di riscaldamento, che ci fa stare al calduccio anche nei pomeriggi più rigidi.



Ci piacerebbe molto se veniste a trovarci nella nostra nuova sede! Vi accoglieremo in uno spazio semplice (c’è ancora tanto da fare per finire di arredarlo e decorarlo!) ma che per noi è lussuosissimo: è dotato di un riscaldamento perfettamente funzionante, di mobili puliti, di pareti bianche e immacolate che pian piano stiamo decorando (anche grazie ai fumettisti di grido che sono venuti a trovarci! QUI LINK AL LABO DI FUMETTO).



Unico difetto: qui nella nuova sede l’odore di muffa non c’è più. E un po’ ci dispiace, perché ci eravamo davvero affezionati.



Annabella e i ragazzi del Centro Giovanile di Monterenzio



(*) La sapete la storia di quel medico un po’ distratto che proprio grazie alla muffa è riuscito a salvare milioni e milioni di vite umane? Leggetela qui: http://www.minerva.unito.it/Storia/fleming/La%20scoperta.html

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