domenica 26 ottobre 2014

10 COMANDAMENTI ANTICRISI

In occasione della 
Giornata Mondiale dell’Alimentazione, 
ecco il nuovo testo 
“Primo non sprecare”, di Andrea Segrè. 
Con 10 ingredienti di sostenibilità per restituire valore al cibo
 “Primo non sprecare” e i 10 comandamenti anti-crisi
“Sul pianeta lo spreco di cibo vale ogni anno una volta e un terzo l’intero PIL italiano, ovvero circa 2060 miliardi includendo i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi”. Lo spiega Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, precisando che si tratta di dati FAO emersi con l'ultimo studio Food Wastage footprint realizzato - con la collaborazione dello stesso Segrè - in vista della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, in calendario giovedì 16 ottobre.
Lo studio comprende anche i costi nascosti dello spreco di cibo: lo sfruttamento inutile delle risorse, l'inquinamento generato dallo spreco, i costi per cambiamenti climatici e inquinamento delle falde acquifere, inclusi i costi per i conflitti nel mondo per il controllo delle risorse naturali e i sussidi pubblici per la produzione di cibo che non raggiungerà mai le tavole.

Ogni anno il 30% della produzione va sprecato
Andrea Segré

“Costi, dunque - spiega ancora Andrea Segrè (nella foto) - che includono l’intera filiera dello spreco: dal residuo in campo alla produzione e distribuzione, allo spreco domestico. Un circolo velenoso che ci porta a pagare un conto salato al pianeta, ogni anno: il 30% della produzione mondiale di cibo va sprecata e il solo valore commerciale di questo spreco supera i mille miliardi di euro annui”.
Andrea Segrè, in occasione della Giornata dell’Alimentazione, presenta anche il suo nuovo ebook, “Primo non sprecare”, pubblicato nella collana “i Corsivi” del Corriere della Sera, che raccoglie l’intervento condotto nel febbraio 2015 in occasione degli incontri di “Convivio” a Milano
Sebbene l’allarme contro lo spreco del cibo sia stato ribadito, e in molteplici occasioni, anche da Papa Francesco, “Primo non sprecare”, il libro di Andrea Segrè, si arricchisce di altre indicazioni e altri ingredienti virtuosi: fino a comporre una tavola di dieci “comandamenti” del nostro tempo, ideale ricetta anti-crisi per realizzare una convivenza sostenibile e solidale sul pianeta. Un sistema che, in sequenza, enuncia di “non sprecare” e di “recuperare”; “azzerare”, “prevenire”, “mantenere”, “rifiutare”. Ma anche “riciclare”; “circolare”, “sostenere”, “rinnovare” e infine “valorizzare”.

I comandamenti per una convivenza sostenibile e solidale
Contro lo spreco

Mettere in pratica questi nuovi "comandamenti" significa applicare la nostra intelligenza ecologica e la sua versione alimentare, prendendo consapevolezza degli effetti delle nostre abitudini e delle nostre azioni sugli ecosistemi e sui sistemi economici e sociali. Perché la sfida del futuro è legata al riconoscimento di essere parti integranti di un unico Pianeta, connessi a ogni altra forma vivente
“Secondo l’ultimo rapporto curato dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / SWG lo spreco alimentare domestico – il cibo ancora buono che finisce direttamente nei rifiuti - vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di PIL - racconta Andrea Segrè - Mentre l’ISTAT conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono, e si alimentano, in condizioni di povertà. Dunque, il valore degli alimenti sprecati sarebbero pari a 800 euro a testa, se la matematica non fosse un’opinione e il cibo si potesse effettivamente recuperare. Per invertire concretamente la rotta, occorre trovare un equilibrio tra due sostantivi che e rinnovabilità, ovvero durare e rigenerare”.

L’educazione alimentare nelle scuole
bimbo merendina

Altrettanto inquietanti sono i dati mondiali su fame e obesità, malnutrizione per eccesso e per difetto, perdite e sprechi alimentari. Non solo in assoluto, ma anche se misurati in termini di impatti: spesa sanitaria, lavoro, varie tracce sull’ambiente (ecologiche, carboniche, idriche). Che senso ha aumentare la produzione di cibo per una popolazione mondiale in forte crescita demografica se poi una parte rilevante della produzione stessa – un terzo secondo le ultime stime della FAO – non raggiunge mai la tavola? Noi consumatori non sappiamo più cosa mangiamo ma neanche perché buttiamo via tanto cibo ancora buono. La via di uscita è ridare, letteralmente, valore al cibo.
Come? Attraverso l’educazione alimentare e ambientale. Andrea Segrè rilancia ufficialmente il suo appello, e quello della campagna “Un anno contro lo spreco”, affinché il Governo accolga la richiesta di introdurre l’educazione alimentare come materia di insegnamento nelle scuole italiane, come strumento di crescita e formazione dei futuri cittadini per una reale svolta culturale sul tema dello spreco alimentare. Conoscere meglio il cibo aiuta a migliorare i comportamenti personali e familiari e a prevenire gli spechi di cibo.

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