martedì 4 agosto 2015

Gestione dei rifiuti, un passo in avanti verso la creazione di un’ economia circolare

Con il progetto di legge approvato lunedì 6 luglio, la Giunta appoggia la strategia europea volta a creare una nuova filiera del riuso e del riciclo, appoggiando il passaggio da un’economia lineare ad una circolare


Dall’economia lineare a quella circolare, si opera in una fase di transizione

Nel programma di legislatura la Regione ha deciso di approvare una nuova legge sui rifiuti, costruita sulla base del confronto con i territori e le associazioni ambientaliste, che aveva portato all’approvazione di uno schema di progetto di legge sottoscritto da 60 consigli comunali.

Il nuovo progetto di legge punta alla riduzione pro-capite dei rifiuti urbani, all’aumento della raccolta differenziata, che dovrebbe superare il 70%, e al passaggio, in coerenza con quanto stabilito dall’agenda europea, dall’economia lineare a quella circolare.

Il concetto di economia circolare risponde al desiderio di crescita sostenibile. Fino ad ora l’economia ha funzionato con un modello “produzione – consumo – smaltimento”, un modello lineare dove ogni prodotto era inesorabilmente destinato ad arrivare a fine vita, tuttavia l’economia lineare sta diventando un’opzione sempre più difficile da praticare, in quanto sottopone l’ambiente ad un costante degrado dato dal saccheggio delle risorse e dall’aumento dei rifiuti prodotti.

Nel 2014 in Emilia – Romagna sono state prodotte 2.929.953 tonnellate di rifiuti urbani, in pratica ogni abitante del territorio è come se avesse prodotto 657 kg di scarti. Secondo i dati forniti da Arpa, e presenti nel “Report Rifiuti 2015”, Bologna è la provincia che produce complessivamente più rifiuti, il 19% del totale regionale, seguita da Modena con il 15% e da Reggio Emilia con il 14%. 

È giunto quindi il momento di porre in essere delle azioni volte alla prevenzione, alla lotta allo spreco e al riciclaggio, in modo che l’attenzione si sposti gradualmente sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare i materiali ed i prodotti esistenti, in quanto il rifiuto può essere trasformato in una risorsa.

La raccolta differenziata in Emilia – Romagna è un trend in crescita, dal 2001 al 2014 è più che raddoppiata passando dal 25,3% al 58,2%, con le province di Parma e Reggio Emilia che raccolgono in modo differenziato più del 65% dei rifiuti urbani e Piacenza, Modena, Ravenna e Rimini che hanno già superato il 55% di raccolta differenziata, mentre le province di Ferrara, Forlì – Cesena e Bologna registrano valori compresi tra il 51% e il 54%.

Il 35% della raccolta differenziata viene intercettato dai contenitori stradali, mentre il 17% proviene dal porta a porta e il 29% confluisce invece direttamente nei 371 Centri di raccolta.

La prevenzione e la riduzione dei rifiuti urbani saranno dunque la sfida del futuro che richiederà la partecipazione e l’impegno di diversi gruppi di persone. Nell’ottica dell’economia circolare infatti il rifiuto da scarto diventa risorsa in grado di concorrere al rilancio dell’economia ed alla creazione di nuovi posti di lavoro. Con l’idea della durata, del riutilizzo, della riparazione, della ricostruzione e del riciclaggio alcune aziende potranno scoprire nuovi mercati passando dalla vendita di prodotti a quella di servizi e potranno sviluppare modelli imprenditoriali basati sul noleggio, la condivisione, la riparazione, il riciclaggio dei singoli componenti. Si apriranno quindi molte opportunità di affari per le PMI, e tutto questo iniziando a partire dal rifiuto solido urbano.
Gli strumenti previsti dal progetto di legge

Comprendere rapidamente le opportunità dell’economia circolare dipende dal sostegno diffuso della società, la Giunta regionale ha quindi istituito un Forum permanente, quale piattaforma per un dialogo continuo fra istituzioni, rappresentanti della società civile, imprese ed associazioni ambientaliste. Tale forum non è un organo, bensì rappresenta un momento di condivisione delle conoscenze nel settore della gestione dei rifiuti. Un luogo di incontro dove le varie anime della società civile si possono confrontare per poi agire concretamente come soggetti facilitatori, capifila e moltiplicatori di un nuovo modello culturale.

Un’altra importante azione definita nel progetto di legge e finalizzata ad indurre comportamenti virtuosi negli utenti è la tariffazione puntuale, che consiste nella possibilità per ciascun utente di pagare in base a quanto rifiuto ciascuno produce. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei dove il servizio di raccolta dei rifiuti si paga in base a quanti metri quadri una famiglia o una impresa possiede; con la tariffazione puntuale il cittadino è invece incentivato a produrre meno rifiuti, in quanto una quota della tariffa sarà attribuita in base a quanto rifiuto è stato effettivamente prodotto.

La tariffazione puntuale si basa innanzitutto sul riconoscimento dell’utenza (famiglia o impresa), per cui ogni contenitore/sacco dei rifiuti sarà dotato ad es. di un microchip che contiene il codice identificativo che consentirà l’attribuzione univoca ad un utenza domestica o ad una non domestica, dopo di che la tariffa potrà essere conteggiata mediante misurazione del volume o del peso dei rifiuti, oppure mediante conteggio dei sacchetti ritirati o dei contenitori svuotati.

Sarà compito dell’Agenzia territoriale dell’Emilia – Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) stabilire le linee guida che porteranno all’applicazione della tariffazione puntuale nell’intero territorio regionale.

Al fine poi di ridurre ulteriormente il numero dei rifiuti non inviati al riciclaggio, viene creato il “Fondo d’ambito di incentivazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti” che dovrà essere utilizzato per promuovere la realizzazione di innovativi sistemi di raccolta diretti ad aumentare i rifiuti destinati al riciclo, oltre che per la realizzazione dei centri comunali per il riuso, in quanto quello che non serve più a noi può servire ad altri e viceversa. Il fondo sarà alimentato anche da una quota del tributo regionale per il conferimento in discarica.

Infine viene creata la figura dell’ispettore ambientale per potenziare i controlli in materia ambientale e si dispone l’aumento dell’imposta sul tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi.

Con questo progetto di legge la Regione rafforza la gestione del ciclo dei rifiuti. Una buona gestione del ciclo dei rifiuti è infatti in grado di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente, riuscendo al tempo stesso a ricavare utilità e reddito dagli scarti, che in questo modo possono essere considerati una risorsa.

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