"Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità", disse Simone De Beauvoir. Da allora, la fine degli anni '40, sulla violenza contro le donne sono state dette e scritte molte parole. L'artista messicana Elina Chauvet ha dedicato loro le scarpette rosse - simbolicamente tragiche nella loro innocente femminilità - e ogni 25 novembre tutto il mondo si unisce nella giornata internazionale di denuncia. Ma un giorno all'anno non basta per approfondire la serietà del problema, a scrivere il miglioramento del futuro sarà la consapevolezza. La regola "a me non capiterà" non può essere valida: per questo vi consigliamo alcuni titoli di saggi e romanzi da leggere per affrontarne alcuni aspetti fondamentali, dagli aspetti giuridici all'auto-diagnosi.
Il secondo sesso, Simone De Beauvoir
AGF
"Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna". La prima copia del saggio "Le deuxième Sexe" entrò in libreria nel 1949, in Italia solo nel 1961. È una delle opere fondamentali del movimento femminista perché la scrittrice francese ha cercato con un metodo quasi scientifico di dimostrare l'insensatezza della disparità tra uomo e donna. Perché sì: non è un testo attuale, ma invita le donne a essere consapevoli del proprio valore e a resistere alle violenze - fisiche e morali. Da lì, da quello che ciascuna pensa del proprio valore, comincia la lotta al femminicidio.
Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi
AGF
"Senti, senti, ti dico - senti con tutta te stessa. foss'anche fin quasi a morirne, perchè questo è il solo modo di vivere, specialmente di vivere in questa terribile dimensione, e il solo modo di onorare e celebrare gli esseri ammirevoli che sono il nostro orgoglio e la nostra ispirazione". Basato su personaggi reali, l'autrice iraniana - professoressa di letteratura inglese prima a Teheran e ora a Washington - racconta le difficoltà che un gruppo di sue studentesse deve affrontare ogni giorno per essere accettate in una società conservatrice che non riconosce l'emancipazione della donna come un valore. Nel sistema distorto di permessi e divieti dipinto colpisce la storia di Azin, ragazza molto bella che viene picchiata ripetutamente dal ricco marito. Perché sì: perché aiuta a ragionare sull'internazionalità del problema.
Con la scusa dell'amore, Bongiorno e Hunziker
Ho visto Nina volare, via Flickr
Nato dall'impegno comune della modella, a lungo vittima di stalking, e della nota avvocato Giulia Bongiorno con cui Michelle Hunziker ha fondato Doppia Difesa. Il libro è uscito in concomitanza dell’approvazione del decreto sul femminicidio che con il sì del Senato è diventato legge. Una la tesi: il femminicidio non è un problema di ordine pubblico, ma è frutto di un fenomeno culturale che prende vita da discriminazione e disuguaglianza. Perché sì: perché fornisce validi strumenti per identificare, prevenire e risolvere il problema.
AGF
La fotoreporter Donna Ferrato ha per anni documentato la violenza domestica negli Stati Uniti. Nel libro fotografico Living With The Enemy ha raccolto le immagini di decine di vittime, ritratte con una prospettiva empatica e rispettosa. Premiata con l'Eugene Smith Grant, ha continuato a fotografare il dolore provocato dietro la porta di casa con il progetto "I am Unbeatable". Perché sì: perché a volte leggere non basta, bisogna vedere.
Ferite a morte, Serena Dandini
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"Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi". (S.D.) Questo libro è subito diventato un testo di riferimento per chi vuole informarsi sul femminicidio. Non è soltanto racconto ma approfondimento fino alle radici del problema. Perché sì: troppo reale per essere chiamato 'romanzo', Ferite a Morte consegna dati e statistiche agghiaccianti senza risparmiare sulla speranza futura.
Follia, Patrick McGrath
AGF
"Le donne romantiche, riflettei. Non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà". In questo romanzo psicologico ambientato nel '59 in Inghilterra McGrath fa la cronaca di una storia di ossessione sessuale narrata dal punto di vista di uno psichiatra, la cui moglie viene rapita da una passione criminale. A un certo punto, nel suo delirio, Stella non riesce più a distinguere il bene dal male, l'amore dal soffocamento.Perché sì: oltre ad essere un ottimo romanzo, immerge nella prospettiva allucinata dell'illusione che accompagna la violenza.
Un silenzio assordante, Patrizia Romito
AGF
Il saggio di Patrizia Romito analizza non solo le violenze maschili su donne e minori, ma i meccanismi di scudo della società attraverso i quali le loro storie vengono ignorate o occultate. Sono diversi, dalla strategia della legittimazione delle violenze come il delitto d'onore, a quella della negazione, come nel caso dell'incesto.Perché sì: per comprendere la solitudine di chi ha subito violenza e per questo viene allontanato.
Mia per sempre, Cinzia Tani
AGF
"Chiamare questi delitti "passionali" o "della gelosia", frutto di un accesso di rabbia o di un momento di "blackout" significa solo cercare alibi per gli assassini". "Quando lui la uccide per rabbia, vendetta, gelosia". Titolo e sottotitolo dicono molto di questo libro, che ripercorrendo alcuni tra i casi più violenti di femminicidio scava con l'aiuto di giudici, criminologi e psicologi alla ricerca di risposte. L'autrice si concentra sui casi in cui l'omicida è il fidanzato, il marito, l'ex della vittima: secondo Tani non è la paura di perdere l'amore ad armarli, ma un folle desiderio di possesso, un delirio di onnipotenza, per scongiurare una ferita narcisistica che, diversamente, non saprebbe sopportare. Perché sì: perché è forte, doloroso.
Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale, Barbara Spinelli
AGF
Un saggio riassuntivo completo sulla storia giuridica del femminicidio, che parte dalle origini del neologismo - il termine è nato in occasione della strage delle donne di Ciudad Juarez - prima di esporre le tesi elaborate in Centroamerica sulle cause del femminicidio, i meccanismi di indagine e denuncia, le politiche mosse, fino alla formale richiesta di riconoscimento giuridico del femminicidio come specifico reato e crimine contro l’umanità. Perché sì: per avere un quadro di visione completo e storico.
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