domenica 27 dicembre 2015

PICCOLE RIFLESSIONI - 5 idee per aiutare i figli a fare i compiti

Iniziano a breve le vacanze di Natale, e ci troveremo a casa di fronte ai compiti a casa: come aiutare i propri figli a fare i compiti in modo sereno? 

Questo vale per ogni tipo di compito: quelli delle vacanze estive o invernali, i compiti quotidiani, e i compiti che vengono dati nel weekend. Da sempre c’è la diatriba, tra genitori, su chi è favorevole o contrario ai compiti a casa, e molti si adoperano per fare in modo che vengano del tutto eliminati. 


Io, dal canto mio, ho sempre creduto, invece, che i compiti a casa fossero utili per rafforzare quanto viene appreso a scuola, soprattutto nelle classi a tempo parziale come quella di mia figlia, in cui necessariamente i bambini devono ripassare un poco anche a casa, per concludere il programma annuale.

Certo, i compiti devono essere proporzionati all’età e all’impegno del bambino, non devono togliergli il tempo di giocare e di fare sport; non devono, insomma, creare ansie da prestazione nei bambini (e nemmeno dei genitori). Ma questo secondo me si concorda con i propri insegnanti: nel momento in cui il carico di compiti a casa fosse eccessivo, io ne parlerei con le maestre direttamente.

Secondo me, alle elementari, bastano mezzora di compiti al giorno: un piccolo ripasso, qualche operazione di matematica, delle schede da compilare, delle frasi di scrivere sul quaderno.

Con un po’ di organizzazione, è spesso possibile: bisogna imparare a non accumulare le consegne, e fare un lavoro quotidiano insieme ai figli. 

Questi sono i principi con cui noi abbiamo agito in questi anni di scuola: voi siete d’accordo?

Dedicare tempo alla cura del materiale scolastico

Una delle cose che rendono più facili fare i compiti, secondo il mio parere, è insegnare ai bambini a prendersi cura del proprio materiale scolastico: quaderni, zaino e portapenne, libri, diario…

Per insegnare ai bambini ad esser organizzati, bisogna insegnare a prendersi cura della cartella, a fare un check dei quaderni per non dimenticarli a scuola, a segnarsi sempre i compiti sul diario. 

Nei primi tempi è un lavoro che va fatto ogni sera insieme: vi assicuro che la differenza tra bambini seguiti dai genitori, e bambini lasciati allo sbaraglio già a sei anni, è totale.

Un bambino di sei anni non ha ancora raggiunto, in prima elementare, un tale livello di autonomia da ricordarsi di mettere sempre a posto il portapenne, temperare tutte le matite, ripristinare i materiali persi o danneggiati o consumati, ecc…

A noi, come genitori, non costa nulla: dieci minuti ogni sera per controllare il diario, firmarlo, guardare i quaderni e controllare il portapenne insieme ai figli. Che sarà mai?

Incoraggiare ed essere presenti

Secondo me, almeno nei primi anni di elementari, quando ancora i bambini devono trovare la concentrazione e un proprio metodo di studio, è utile mettersi vicini ai figli, mentre fanno i compiti, e incoraggiarli.

Prestare loro attenzione, senza guardare il telefonino, e semplicemente stare lì accanto: in prima elementare li possiamo aiutare a leggere le consegne, visto che ancora non sanno leggere bene; in seconda possiamo aiutarli quando imparano le poesie a memoria o scrivono frasi più lunghe; in terza possiamo aiutarli con le prime pagine da studiare; e così via…

Con il passare del tempo non ci sarà bisogno di stare seduti vicino per mezzora o più: i bambini potranno continuare a fare i compiti mentre noi cuciniamo, o facciamo altro, e gravitiamo lì intorno per un aiuto morale, e per un controllo finale, o per rispondere a domande.

Avere fiducia negli insegnanti

E’ bene non contestare mai al mole di compiti davanti ai figli, o il metodo di lavoro dell’insegnante, o il fatto che ci sia molto da colorare: possiamo parlarne direttamente con le maestre.

Non c’è niente di peggio, per un bambino, che sapere che i suoi genitori non stimano la sua maestra: e allora perché lo lasciamo con lei tutto il giorno, se non ci fidiamo?

La cosa migliore è sempre avere un rapporto diretto con gli insegnanti dei propri figli: leggere e firmare il diario, andare alle riunioni di classe, partecipare alle serate informative, fornire i materiali richiesti, andare ai colloqui…

Incoraggiare l’autonomia

La Montessori stessa incoraggiava l’autonomia dei bambini, ma diceva: AIUTAMI a fare da solo.
Ovvero: i bambini non vanno abbandonati a loro stessi, ma vanno accompagnati nel loro percorso di raggiungimento dell’autonomia. 

Evitiamo di cedere alla tentazione di fare i compiti al posto loro, per fare più veloce: in questo modouccidiamo l’autostima dei nostri figli, perché è come se gli facessimo capire che loro non sono abbastanza svelti, abbastanza capaci, abbastanza bravi.

Incoraggiare l’autocorrezione

Sempre ispirandoci al Metodo Montessori, cerchiamo di incoraggiare i bambini ad autocorreggersi. 

Evitiamo sempre di strappare le pagine dei quaderni o ingaggiare lotte di perfezione: spesso è meglio non correggere affatto i compiti, in modo che i bambini facciano la correzione in classe con l’insegnante.

Noi possiamo invitare il bambino all’autocorrezione: chiediamogli di verificare la regola sul libro, o di cercare la parola sul dizionario o sul computer, o di ricontrollare bene un calcolo.

Se riesce da solo a comprendere il suo errore, ha imparato due volte.

M.L.

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