Dal rapporto di Save the Children emerge che i “nativi
digitali” si dividono in due categorie: chi è sempre connesso attraverso
il proprio smartphone e chi non ha mai effettuato un accesso ad
internet. I dati raccolti da IPSOS, per la ricerca di Save the
Children, mostrano che i giovanissimi sono sempre connessi soprattutto
grazie agli smartphone; il 59% usa WhatsApp e il 36% Instagram, il 51%
conosce le regole della a privacy nella Rete, ma spesso non le rispetta.
Il 41% dei giovanissimi costruisce relazioni “virtuali” con persone
che non conoscono direttamente; uno su quattro invia messaggi, video o
foto con riferimenti sessuali a gruppi dove conosce solo una parte dei
partecipanti e il 33% organizza un appuntamento con qualcuno conosciuto
in una chat. Il 46% degli intervistati afferma di aver scoperto che la
persona incontrata in Rete non era quella che diceva di essere e il 35%
afferma di aver subito atti di cyber bullismo.
Analizzando l’utilizzo della Rete da parte degli adolescenti emerge
come una parte di loro sembri non percepire i pericoli in cui potrebbe
incorrere con un uso scorretto delle nuove tecnologie; il 38% dei
ragazzi ritiene le molestie via cellulare/email/internet una vera
minaccia e la percentuale di chi sa che cos’è il pulsante
“segnala abuso” su un social network non supera il 59% e scende al 53%
tra i 12 e i 13 anni.
Tra gli adolescenti che utilizzano Facebook il 39% dichiara di
essersi iscritto a 12 anni, il 32% afferma di aver dichiarato di averne
18 al momento dell’iscrizione e il 36% non ha scelto un livello di
privacy “ristretto” sul proprio profilo.
I dati ISTAT indicano però che, oltre a ragazzi e ragazze sempre
connessi, vi sono 452.000 adolescenti che non hanno mai usato
Internet. Solitamente la maggior parte degli adolescenti che non hanno
mai effettuato un accesso a internet vivono in famiglie con condizioni
economiche estremamente precarie (36,9%). Il divario tra chi è sempre
connesso e chi invece non accede mai ad internet è rilevante anche a
livello geografico: al Sud e nelle Isole la percentuale dei
“disconnessi” sul totale dei ragazzi della loro età è del 17,4%, mentre
al Centro si abbassa all’8,2% e al Nord si assottiglia al 7,4% .
Gli adolescenti che non possono utilizzare Internet spesso non hanno
l’opportunità di vivere esperienze culturali trovandosi così in una
condizione di “povertà educativa”. A conferma di ciò i dati mostrano che
il 48,2% degli adolescenti “on-line” ha visitato un museo, e/o una
mostra e/o un monumento o un sito archeologico nel corso dell’ultimo
anno, mentre il dato scende al 25,7% tra i disconnessi.
Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children, chiede un impegno da parte del Governo perché siano forniti alle scuole gli strumenti per colmare il digital divide
che discrimina i ragazzi e le ragazze delle famiglie più povere e meno
istruite rispetto ai coetanei e allo stesso tempo sia promosso un
cambiamento complessivo del modo di insegnare e di apprendere. Il dato,
evidenziato nella ricerca, che l’assenza di opportunità di accedere
alla Rete si associa spesso alla mancanza di altre opportunità
culturali, mostra quanto sia alto il rischio che questi ragazzi vivano
in uno stato di svantaggio sociale e culturale per tutta la loro vita.
Save the Children, monitorando il rapporto tra minori e nuove
tecnologie, mostra quanto sia necessario garantire a bambini e ragazzi
l’accesso al mondo digitale, come risorsa importante per la loro
crescita personale e culturale, ribadendo però l’importanza che le
istituzioni con la scuola in primis, e le famiglie forniscano loro
strumenti adeguati per conoscere questa realtà e muoversi in sicurezza
all’interno di essa.
La ricerca IPSOS è scaricabile alla pagina: www.savethechildren.it/pubblicazioni
Fonte: www.savethechildren.it
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