sabato 27 giugno 2015

PICCOLE RIFLESSIONI SULL'ORDINE

Il metodo di riordino Konmari

A gennaio avevo iniziato a leggere Il magico potere del riordino. Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita di Marie Kondo, quelle pagine sono rimaste lì sedimentando e ho solo saltuariamente preso in prestito una sua tecnica di ordinare i vestiti nei cassetti, mettendoli in verticale invece che in orizzontale, uno sopra l'altro. 


Ma non ho mai iniziato quello che lei suggerisce di fare: il riordino.

I motivi principali di questa ritrosia sono stati: 
una certa ansia iniziale leggendo il libro, 
la consapevolezza dell'assoluta mancanza di tempo, 
una certa resistenza a voler davvero fare quel tipo di pulizia, che non riguarda solo l'esterno o il nostro ambiente, ma sappiamo bene che riconduce anche ad un riordino interiore. 

Tutti questi motivi mi hanno lasciata in una sorta di limbo, che mi vedeva immaginare me stessa in un'altra vita, pulendo e riordinando e finendo in una casa luminosa, come quelle patinate dei giornali, e la mia realtà costante, fatta di ordine, disordine, cose da sistemare a causa della presenza di 3 bambini piccoli, armadi ricolmi ancora con gli indumenti della vecchia stagione, dita di polvere in mezzo ad oggetti che rendono impossibile qualsiasi desiderio di pulire, pena ore di lavoro. Insomma credo una realtà molo simile alla maggior parte delle famiglie. 

Nel frattempo ho anche letto un altro libro, Via la polvere dalla casa e dalla mente di Karen Kingston, che parla di feng shui, ma in un modo che mi è piaciuto, semplice, diretto, utile. E ho notato che tutti gli angoli della mia casa legati all'aspetto economico/denaro/lavoro erano in assoluto disordine. 
Quindi mi stuzzicava l'idea di provare. 
Ho iniziato così a pulire tutti gli angoli in alto a destra della piantina della mia casa, del giardino e di ogni stanza.

Poi ho perso il lavoro. 

Non che sia necessario perdere il lavoro, ma sicuramente per me è stata l'occasione per aver più tempo, nel mio caso ha anche coinciso con l'esigenza interiore di pulire, dentro e fuori, mancava solo da sistemare l'ansia che la lettura del libro mi procurava, un po' a causa dell'autrice che appare così sicura, certa delle sue azioni, e che racconta questo passaggio come fosse niente di difficile, anzi assolutamente troppo facile.

L'ansia me la sono fatta passare e un giorno ho iniziato.

Il primo passo ti porta sempre in una direzione.

Ci sono 3 caratteristiche principali in questo metodo di riordino.

1 prendere in mano gli oggetti e sentire se procurano gioia
2 riordinare in base alle categorie di oggetti
3 fare tutto in una volta

1 La gioia. Sembra semplice ma non è detto che subito si senta trasporto prendendo in mano un oggetto, nel mio caso è stato difficile. Insomma, lo scopo è riordinare, e smuovere tutti i sentimenti del cuore è romantico ma nel mio caso, spesso, è risultato difficile. Per me non era un riordino con tutto il tempo del mondo a disposizione, dopo qualche ora rientravano i bambini da scuola e io dovevo trovare il modo di farlo senza loro tra i piedi. 
Quindi assaporare il momento, guardare l'oggetto, cogliere i movimenti del cuore, ecco, non sempre ci sono riuscita.
2 Le categorie. Ci sono quelle piccole, composte da pochi oggetti, in quanto tali, non so, per esempio i prodotti di bellezza tipo balsamo, shampoo, trucchi ecc. Mentre ci sono altre categorie in cui sono presenti centinaia di pezzi da testare con il solito approccio della gioia. E serve tempo. In alcuni casi ho interrotto il riordino per categoria e ho ripreso in un secondo momento.
3 Finire il lavoro tutto in una volta. Impossibile per me. Nel mio caso in particolare, il riordino riguardava non solo i miei oggetti ma anche quelli dei miei figli e coniuge (con la sua secondaria partecipazione). Quindi tutto in una volta avrebbe significato giorni e notti intere...


In ogni caso il risultato si è visto, fino ad ora ho gettato (o portato anche al mercatino dell'usato, regalato, riciclato) circa 12 sacchi neri grandi. 
Se penso che tutta quella roba era in casa mia inutilizzata o senza procurarmi gioia, beh, mi fa riflettere. 
Comunque, devo ancora finire, proprio per rimarcare quanto detto sopra. Lo so, forse non sono una brava allieva del metodo Konmari, ma faccio del mio meglio.

Grazie per lo spazio di condivisione
k.

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