venerdì 6 giugno 2014

MAIL DA: IL CINEMA RITROVATO 2014

DA NON PERDERE: BUON CINEMA IN PIAZZA A BOLOGNA


Cara amica, caro amico,
si aprono le porte del Paradiso dei cinefili: ecco un primo sguardo sulla XXVIII edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in programma dal 28 giugno al 5 luglio e preceduta quest’anno dalla tre giorni (25-28 giugno) dedicata al Centenario di Charlot.
300 film in 8 giorni: 4 sale cinematografiche dalla mattina a mezzanotte e le proiezioni serali all’aperto in Piazza Maggiore e in Piazzetta Pasolini: per il piacere dei cinefili di tutto il mondo ecco i temi del prossimo Cinema Ritrovato, in attesa di saperne ancora di più.




100 Charlot

25-28 giugno
1914-2014. Cento anni con la prima e forse più grande icona della storia del cinema. Bombetta e baffi, scarpe e bastone assemblati per la prima volta in quel Kid Auto Races at Venice con cui la Cineteca e l’Association Chaplin, un secolo dopo, apre le celebrazioni ufficiali del Centenario di Charlot: un cine-concerto in Piazza Maggiore il 25 giugno inaugurerà i tre giorni del convegno internazionale che confluiranno nella XVIII edizione del Cinema Ritrovato. Il festival presenterà in prima assoluta i nuovi restauri delle comiche Essanay, ultimo tassello del lavoro fatto in questi quindici anni dalla Cineteca di Bologna sull’opera di Charles Chaplin.
Foto: A Jitney Elopement (Charlie Chaplin, 1915 (c) Roy Export Company S.A.S.)

1914: il cinema di cento anni fa

Il sommergibile del Cinema Ritrovato torna nuovamente a scandagliare il cinema di cento anni fa: c’è un centenario da festeggiare, quello di Cabiria, per il quale si prepara una serata-evento al Teatro Comunale di Bologna (4 luglio) e la partitura originale per coro e orchestra ricostruita da Timothy Brock. E un programma più denso che mai di film europei e americani, del 1914 e intorno al 1914, film sui mondi antichi e sul conflittuale presente, film pacifisti e film imperialisti, film sul fascino femminile e sulla moda, diva film (Sangue bleu) e il primo capolavoro antimilitarista (Maudite soit la guerre)... In programma uno dei serial più famosi e imitati della storia del cinema, il Fantômas di Louis Feuillade. E scopriremo rarissimi 'dal vero' girati nell'Impero ottomano alle soglie del conflitto che ne avrebbe dete rminato la dissoluzione.

Foto: Cabiria (Giovanni Pastrone, 1914)


Germaine Dulac

Femminista ed esponente dell’avanguardia francese, all’inizio degli anni Venti Germaine Dulac svolse un ruolo fondante nella modernizzazione del cinema inteso come espressione artistica e come pratica sociale. Dulac diresse più di trenta film di finzione e numerosi documentari e cinegiornali. Allarghiamo la nostra visione della produzione 'commerciale' di Dulac: in programma lungometraggi (tra questi, Princesse Mandane), muti musicali (sorta di videoclip ante litteram), pellicole di taglio politico e un campionario dei suoi cinegiornali. Film che mettono in luce l’ampia gamma di tecniche e strategie sperimentali impiegate dalla regista – dalle strutture e dagli stili narrativi agli effetti simbolici e alle associazioni visive astratte – come strumenti di critica sociale o di esplorazione e analisi dell’immagine cinematografica.
Foto: La Princesse Mandane (Germaine Dulac, 1928)



Il Giappone parla! Parte terza

I nomi di Yasujiro Ozu e Kenji Mizoguchi si affacciano nell’ultimo capitolo della trilogia dedicata ai primi film sonori giapponesi. Questa volta vedremo i film d'impronta realista prodotti dalla Shoshiku, radicati in un tempo e in un luogo specifici. Proprio registi come Yasujiro Ozu seppero descrivere nei dettagli non solo le ambientazioni e i gesti, ma anche le sfumature delle tonalità di voce e i nuovi suoni della moderna città industriale.

Foto: Ureshii koro (Hiromasa Nomura, 1933)



William Wellman, tra muto e sonoro

Un altro maestro a cavallo tra muto e sonoro: dopo von Sternberg, Capra, Ford, Hawks, Walsh e Dwan, quest’anno la retrospettiva dedicata ai grandi autori del cinema americano celebra William Wellman (1896-1975): una sensibilità per il paesaggio e il clima (la pioggia, soprattutto!) paragonabile a quella di Ford e un gusto per l’avventura, l’azione e la vita in tempo di guerra che ricordano i migliori Hawks e Walsh. Di Wellman proporremo i pochi muti sopravvissuti, i primi sonori e alcuni capolavori della maturità.

Foto: È nata una stella (William Wellman, 1937)



Il cinema in guerra contro Hitler
Se Il grande dittatore di Charles Chaplin è il film più anti-hitleriano (ma perché ridurlo a una definizione negativa: il film più pacifista, umanista, intelligente e commovente che abbia alzato la propria voce contro ogni dittatura e ogni intolleranza) rimasto nella memoria collettiva, la storia del cinema è ricca di titoli (da riscoprire) che hanno intravisto con sorprendente anticipo o che hanno raccontato nel pieno dell’orrore nazista, fino alla sua sconfitta, la figura più negativa del Novecento.

Foto: The Hitler Gang (John Farrow, 1944)


Freda: un maestro del cinema popolare

Autore di alcuni dei massimi successi del dopoguerra ma scoperto grazie alla critica francese degli anni Sessanta, venerato da generazioni di cinefili e di registi (da Tavernier a Tornatore), Riccardo Freda (1909-1999) è un maestro del cinema d'azione, che ha sempre consapevolmente lavorato dentro i generi popolari, ispirandosi ai classici della letteratura e del cinema muto. Tra gli oltre quaranta lungometraggi da lui realizzati, abbiamo scelto alcuni grandi film d'avventura del dopoguerra, sontuosi peplum degli anni Cinquanta e Sessanta, e visionari horror firmati con lo pseudonimo inglese di Robert Hampton.

Foto: L'orribile segreto del Dr. Hichcock (Riccardo Freda, 1962) 

Classici indiani da salvare

È una delle cinematografie più importanti del mondo. Quantitativamente non conosce rivali. Ma ha urgente bisogno di essere preservata: questa rassegna vuole essere una ricognizione, un primo passo esplorativo verso il recupero dei classici del cinema indiano. Shivendra Singh Dungarpur, fondatore della Film Heritage Foundation, ci accompagnerà alla scoperta di alcuni capolavori degli anni Cinquanta, anni nei quali l’India si stava formando come stato indipendente: ne emerse da un lato un cinema idealistico, dal tratto spiccatamente politico, e dall’altro un cinema estremamente spettacolare, che già lasciava intravedere la meraviglia delle produzioni bollywoodiane. Film di Bimal Roy, Guru Dutt o Raj Kapoor che scopriremo, rispettando la consuetudine degli spettacoli dell’epoca, affiancati alle notizie dei cinegiornali, prezioso controcanto ai grandi titoli di fiction.

Foto: Kaagaz Ke Phool (Guru Dutt, 1959)



James Dean
James Dean, che avrà l’onore dell’inaugurazione del festival in Piazza Maggiore, sarà anche protagonista di una vera e propria 'trilogia del restauro': dopo Gioventù bruciata verranno presentate infatti le nuove edizioni dei suoi soli altri due film, La valle dell’Eden di Elia Kazan e Il gigante di George Stevens. “James Dean va contro cinquant’anni di cinema”, ha scritto François Truffaut. “Ogni gesto, ogni atteggiamento, la mimica sono un affronto alla tradizione psicologica. La recitazione di James Dean è più animalesca che umana. Per questo è imprevedibile: quale sarà il gesto successivo?”.



Foto: Gioventù bruciata (Nicholas Ray, 1955)

Episodi italiani 1952-1968

Gli anni Cinquanta e Sessanta: l’âge d’or della commedia italiana (e non solo), una bella fetta del nostro vissuto culturale, un’esperienza condivisa al di là di ogni barriera geografica o sociale. La stagione, anche, in cui s'impone la forma irregolare del film a episodi. Molti di quegli episodi (li vogliamo considerare in sé, uno per uno, indipendentemente dal film in cui si trovarono assemblati) sono lampi di genio che restano scolpiti nella memoria grazie anche alla forma breve, all'economia retorica, alla sintesi fulminante. Ecco allora raccolti qui, come in un'inedita 'storia episodica del cinema italiano', diciotto titoli che vanno dal 1952 della Cova delle uova (daMarito e moglie di Eduardo) al 1968 del pasoliniano Che cosa sono le nuvole? (da Capriccio all’italiana).


Foto: I mostri (Dino Risi, 1963)


La nouvelle vague polacca e il CinemaScope

Il cinema polacco giunse alla ribalta internazionale con un movimento cinematografico fiorito negli anni Cinquanta e Sessanta che esprimeva una visione inedita e controversa della Seconda guerra mondiale, ponendo in atto una sorta di seduta terapeutica nazionale. Tanto per restare fedeli alla nostra ossessione per i grandi formati, fu anche un periodo aureo per il CinemaScope, specialmente in bianco e nero. Nella rassegna spicca tra le altre la fulgida personalità di Andrzej Wajda, rappresentato da due gemme:Samson, momento essenziale nell’esplorazione del tema dell’eroismo, narra la fuga di un giovane ebreo dalla Polonia antisemita degli anni Trenta ai ghetti della Seconda guerra mondiale; Popióły (The Ashes) è uno straordinario affresco epico di tre ore sulle guerre napoleoniche.


Foto: Samson (Andrzej Wajda, 1961)




I 50 anni della cineteca austriaca e La vedova allegra di von Stroheim
L’operetta è uno dei simboli della cultura musicale austriaca e La vedova allegra ne è la sua ambasciatrice nel mondo: nel 1925 sarà Eric von Stroheim a trasfigurarla e portarla sul grande schermo. Il Cinema Ritrovato omaggia l’Österreichisches Filmmuseum nel suo cinquantesimo compleanno: un excursus attraverso una storia gloriosa che culminerà nella proiezione in Piazza Maggiore del capolavoro di von Stroheim, accompagnato per l’occasione dalla nuova partitura orchestrale di Maud Nelissen, ispirata alle musiche originali di Franz Lehár. E vedremo inoltre all’opera uno dei maestri dell’avanguardia cinematografica – nonché cofondatore dell’Österreichisches Filmmuseum: Peter Kubelka con la sua 'proiezione performance' Monument Film.


Foto: La vedova allegra (Eric von Stroheim, 1925)



Ritrovati&Restaurati e le serate in Piazza Maggiore

Piazza Maggiore risplenderà anche quest’anno alla luce dei nuovi restauri che suggellano, ogni sera, le dense giornate del Cinema Ritrovato. Serata inaugurale sabato 28 giugno con il viso tormentato e forever young di James Dean, divo senza tempo, figlio prediletto della generazione Actors’ studio, ribelle senza causa in Gioventù bruciata di Nicholas Ray, titolo di culto della passione per il cinema. Serata finale, sabato 5 luglio, affidata invece alla musica dei Beatles, protagonisti di A Hard Day’s Night, primo film con i Fab Four che vedremo restaurato, alla presenza del regista Richard Lester, nel 50° anniversario della sua prima uscita nel 1964, in anticipo rispetto alla pubblicazione dell’album omonimo.


Foto: A Hard Day’s Night (Richard Lester, 1964)



E inoltre

Lezioni di Cinema
Il Cinema Ritrovato DVD Awards (11a edizione)
FIAF Restoration Summer School (6a edizione)La biblioteca accoglierà la Fiera del libro e del Dvd e il progetto Schermi e Lavagne costruirà percorsi particolari per i cinefili più giovani. 




l'accredito e le tessere Sostenitore 
per il Cinema Ritrovato 2014 

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