C’era una volta una piccola bambina di nome Elisabetta alla quale la madre aveva donato 30 piccole formine con le quali la nostra Elisabetta si divertiva a giocare. Un giorno la madre entrò in stanza e trovò solo 29 formine. Elisabetta piangeva, non sapeva dove potesse essere la sua trentesima formina! La madre cercò ovunque senza trovarla, fino a quando ricordò che il giorno prima Elisabetta aveva giocato fuori in giardino. Felice ritrovò la 30sima formina nel prato.
Passa un mese e la mamma entrò in stanza per sistemare i giochi e contò 31 formine! Com’era possibile? Le formine non erano state rotte, semplicemente se ne era aggiunta una nuova. La madre si fece coraggio e si recò dalla vicina, dove trovò un bambino che stava cercando la sua formina: il bambino era venuto due giorni prima a casa loro e aveva dimenticato lì la formina!
Passò un altro mese e la madre trovò che le formine erano solo 28! Cercò ovunque, dal vicino, in giardino, ma nulla! La madre che era un fisico, sapeva che un corpo immerso in un liquido sposta una quantità di liquido pari al volume del corpo immerso e notò che nella sua vasca dei pesci, l’acqua si era innalzata. Dopo una serie di conti capisce che le due formine non potevano che essere lì!
Tutto questo per dire che per noi fisici le formine sono come l’energia, non sappiamo bene cosa siano, ma sappiamo una cosa: il loro numero deve conservarsi, deve rimanere sempre lo stesso.
Grazie @ Alfonso D'Ambrosio
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