sabato 21 novembre 2015

UN ARTICOLO SEGNALATO - Gli attentati di Parigi spiegati a mio figlio

“Mamma te lo chiedo piano, sottovoce ma l’Italia è un paese sicuro? 
Qui fuori è sicuro?”
“Leo torna a letto, certo che è sicuro. Buona notte”
Risultati immagini per FAMIGLIE  CHE PARLANO
Questa è una conversazione che ho avuto con mio figlio venerdì notte all’incirca alle 3 del mattino. Poi mi sono riaddormentata. Alle 7 quando mi sono svegliata ho letto di Parigi…
Durante la mattinata ho ripensato a Parigi provando tristezza, DOLORE, impotenza

Di colpo mi è venuto in mente il discorso notturno che ho avuto con mio figlio. E questo mi ha turbato non poco.
La mattina avevamo deciso, insieme a mio marito, di non dire nulla dell’attentato scambiandoci informazioni senza che lui potesse capire.

Credevo che un bambino di 7 anni non dovesse essere messo in allarme da queste notizie che mi avevano così scosso. Alla fine della giornata ci siamo ritrovati a cena e lui ci ha chiesto
“Cos’è un attacco terroristico?”

Durante il giorno aveva sentito qualcuno parlarne e così gli abbiamo detto che a Parigi sono esplose delle bombe, che sono morte delle persone. Non gli abbiamo raccontato i particolari, nè accennato ai luoghi dove sono avventi i fatti.
Gli abbiamo anche detto che al mondo ci sono molti posti dove c’è la guerra, dove si vive in maniera molto diversa da qui.

Non so cosa abbia capito o che sensazione gli sia rimasta.
Ogni volta che succede qualcosa mi trovo sempre combattuta tra il raccontagli la verità dei fatti o non dirgli nulla.

Ricordo perfettamente nella mia infanzia la strage di Bologna e il senso di angoscia che mi correva impercettibile nella schiena tutte le volte che da piccola andavo alla stazione di Bologna.

Non so cosa avete fatto voi, se i vostri bambini sanno o non sanno. Magari nei prossimi giorni vi chiederanno perchè a scuola parleranno tra loro.

A questo proposito abbiamo sentito il parere della psicologa che approccia il discorso in modo differente a seconda dell’età dei bambini. 

Leggi l’intervento di Miranda Barisone

ATTENTATI DI PARIGI: come spiegarli ai bambini
Come spiegare ai bambini gli attentati terroristici? Lo chiediamo a Miranda Barisone psicologa

Importantissima è l’età dei bambini.
Sotto i 6 anni non ha senso affrontare l’argomento,metterebbe irragionevoli angosce ai piccoli senza possibilità di dare spiegazione

Tra i 6 e gli 8 anni il discorso cambia. E’ importante spiegare ai bambini i fatti con cui vengono a contatto: usare parole semplici ma non essendo ipocriti. I bambini percepiscono gli stati d’animo ed è meglio cercare di essere sinceri e spiegare i fatti in modo che loro possano comprendere.

Il discorso può essere affrontato su richiesta di un bambino ma può anche partire dall’adulto. Per esempio se si guarda insieme la televisione non serve far finta di nulla ma è meglio aprire un dialogo con i bimbi e dare loro informazioni e spiegazioni che li aiutino a capire.

In relazione ai fatti di Parigi si potrebbe dire ai bambini che nel mondo sono sempre successi eventi terribili e che ci sono persone che hanno commesso azioni criminose. Questa volta un gruppo di persone con una profonda rabbia e odio ha ucciso, massacrato, persone innocenti per il fatto di trovarsi per caso in un luogo. Le persone che hanno ucciso sono come impazzite e hanno compiuto questo gesto folle.

E’ importante a questo punto rassicurare i bambini.
Si potrebbe dire che i colpevoli sono ricercati dalla polizia, che alcuni li hanno presi, che saranno portati in prigione e non potranno più arrecare danni ad alcuno. Le forze dell’ordine in un paese democratico come il nostro vanno citate. E’ anche importante dire che altre volte sarebbero potute succedere tragedie tremende ma la polizia è riuscita a fermare i colpevoli.

Dopo gli 8 anni, si può fare un discorso più complesso e si può accennare in maniera moderata ad un discorso politico. Si può dire che esistono luoghi in cui c’è la guerra, luoghi in cui si combatte per un credo religioso o in cui vengono compiute azioni criminose. Parlare dell’importanza della democrazia e di non farsi travolgere dall’odio nei confronti di qualcuno che si crede nemico, in quanto non si accetta la benché minima differenza
Anche in questo caso è utile usare parole chiare e semplici.


Il sito del quotidiano Le Parisien ha pubblicato una guida su come raccontare i fatti ai bambini, potete usare alcuni spunti, non so se siete d’accordo su tutti

Il primo punto è fondamentale >>>Usate parole semplici

1. Usate parole semplici.
2. Piano col contesto: possiamo dire che degli uomini incredibilmente folli hanno sparato e ucciso molte persone. Se hanno meno di 8 anni non serve parlargli dell’ISIS o della Siria. Per evitare ansie, comunque, ditegli anche che questi uomini sono morti e che i feriti staranno meglio.
3. Permettetegli di fare domande.
4. Fate i nomi degli aggressori: non sono un tabù.
5. Non esitate a usare la parola “guerra”.

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