In Italia nessuno considera molestie le battute a sfondo sessuale in ufficio, i massaggi sulle spalle, i complimenti imbarazzanti davanti ai colleghi. Chi si ribella passa per bacchettone... Arriva in libreria "Toglimi le mani di dosso" di Olga Ricci (uno pseudonimo). L'autrice ha ricevuto avance e ricatti sessuali per mesi, in attesa di un contratto sempre promesso... -
Poche denunce, troppa vergogna. Il racconto di Olga Ricci, nel libro Toglimi le mani di dosso (Chiarelettere) rompe il muro di silenzio e di ipocrisia che attraversa i luoghi di lavoro. “Il mio capo ci provava, ho resistito, avevo bisogno di lavorare. Non sapevo a chi chiedere aiuto. Poi ho mollato…”
Olga (pseudonimo di una giornalista trentenne italiana) ha ricevuto avance e ricatti sessuali per mesi, in attesa di un contratto sempre promesso. Per non perdere il lavoro, ha cercato di resistere come ha potuto. “O ci stai, o te ne vai” il consiglio di colleghe e confidenti.
Tutto avviene, come sempre, in pubblico: ammiccamenti, carezze, inviti a cena… Gesti apparentemente inoffensivi che invece servono a imporre il potere del capo.
In privato l’insistenza diventa ossessione violenta, ma la rabbia di Olga resta tutta dentro. In Italia nessuno considera molestie le battute a sfondo sessuale in ufficio, i massaggi sulle spalle, i complimenti imbarazzanti davanti ai colleghi. Chi si ribella passa per bacchettone.
Oggi Olga ha aperto un blog sotto pseudonimo. Si chiama “Il porco a lavoro”. Il suo libro parla del potere nelle relazioni e nei luoghi di lavoro. Della pigrizia mentale, di una rimozione collettiva e soprattutto della persistente disparità tra gli uomini e le donne, che continuano a essere penalizzate a livello economico e sociale.
A chiudere il suo libro, un decalogo contro le molestie sul posto di lavoro a cura di Rosa M. Amorevole, esperta in materia di lavoro e contrasto alle discriminazioni.
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