mercoledì 13 gennaio 2016

#25NOVEMBRE - Cosa sono gli stereotipi di genere

Uno stereotipo è innanzi tutto una semplificazione della nostra mente: una strategia per semplificare la realtà. Un esempio di stereotipo è, ad esempio, dire che gli italiani sono tutti pigri, che gli svizzeri sono tutti puntuali, ecc… E’ ovvio che questa semplificazione non è veritiera: tra gli italiani ci sono i pigri, ci sono gli studiosi, quelli che lavorano poco e quelli che lavorano molto, ecc.



Gli stereotipi di genere si comportano nello stesso modo, ma riguardano la distinzione tra maschi e femmine, e le loro caratteristiche generalizzate.
Per esempio quando si dice che gli uomini sono sbadati o, se hanno l’influenza, si lamentano come fossero sul punto di morte.
O quando delle donne si dice che non sanno guidare né parcheggiare, o sono piagnucolose o troppo sensibili.

Chiaramente questo non è vero: ci sono donne che sanno parcheggiare meglio degli uomini, e uomini che vanno a lavorare anche con la febbre e non si lamentano mai di nulla.
Quali sono i problemi degli stereotipi di genere?

Gli stereotipi di genere ci condizionano la vita sin da bambini. Innanzi tutto condizionando le scelte scolastiche e lavorative future dei bambini, per esempio scoraggiando le bambine a diventare ingegneri o programmatori, e scoraggiando i bambini a diventare maestri o artisti.

Uomo: “Ha la foto della moglie e dei figli sulla scrivania dell’ufficio. Chiaramente è un uomo di solidi valori.”
Donna: “Ha la foto del marito e dei figli sulla scrivania dell’ufficio. Chiaramente la famiglia verrà sempre per prima del lavoro”.
[Natasha Josefowitz, scrittrice e medico]

Da un’altra parte, condizionano anche il comportamento di noi adulti, perché ci fanno sentire inadeguati o colpevoli: per esempio le donne che pensano di non meritare un aumento di stipendio o un avanzamento di carriera, o gli uomini che si impongono di non commuoversi di fronte alla recita del figlio per timore di essere giudicati poco virili. Le donne che si sentono in dovere di lasciare il lavoro (perché essendo donne hanno uno stipendio inferiore) per accudire a tempo pieno i figli o i genitori anziani, e gli uomini si sentono in dovere di mantenere tutta la famiglia rinunciando a vivere i figli e dedicandosi totalmente al lavoro.

Vedendo un gruppo di colleghi uomini che parlano il commento è: “Probabilmente stanno discutendo dell’ultimo affare che hanno concluso”, mentre vedendo un gruppo di colleghe donne il commento è: “Probabilmente stanno spettegolando”.
[Natasha Josefowitz, scrittrice e medico]

Si parla di polarizzazione dei generi, proprio per dire che la nostra società ci spinge a stare su due poli opposti, etichettando tutto come: cose da femmine, e cose da maschi.
Chiede dunque alle bambine di essere calme e gentili, e concede ai bambini di essere energici e aggressivi.
Chiede alle bambine di vestirsi carine, e ai maschi di fare la parte del cacciatore.
Le parole degli stereotipi di genere

Molti stereotipi di genere sono così normali, nella nostra società, da essere diventati persino linguaggio comune:
sei un maschiaccio, per definire una ragazzina che gioca in modo avventuroso
non fare la femminuccia, per definire un bambino che piange
sei proprio una brava donnina di casa, concetto che implica che sono le donne fanno i lavori di casa?
sei una strega, detto ad una donna che alza la voce o fa valere i suoi diritti
quella donna ha due p@lle così, per dire che è una donna forte di carattere, e ha potere
eh, gli uomini!, come a dire che gli uomini ci arrivano solo fino ad un certo punto?

Dovremmo cercare di non dire più queste frasi? Sì. Anche se apparentemente sembrano innocue, queste frasi inculcano ai bambini già l’idea che nella loro vita dovranno seguire determinate strade, ovvero gli stereotipi previsti per il loro genere… perché si fa così. Quindi per nessun reale motivo.

C’è da chiedersi, dunque, se un bambino non ha diritto di esprimere le sue emozioni, e una bambina non ha diritto di correre nel fango.
Davvero desideriamo questo per i nostri figli?

In questo video, Michela Marzano spiega benissimo cosa sono gli stereotipi di genere, e anche com’è nata la bufala della teoria del Gender.


Piccolo dizionario pratico:

il sesso è l’insieme delle caratteristiche biologiche, genetiche e fisiologiche dell’individuo, che distinguono il corpo del maschio da quello della femmina
il genere è quel qualcosa che viene ‘aggiunto’ dalle convenzioni sociali, ed è diverso da paese a paese
identità di genere è il sentimento precoce, profondo e duraturo che fa sì che ciascuno di noi si senta effettivamente donna oppure uomo
stereotipi di genere, indipendentemente da come mi sento, talvolta si immagina di doversi comportare in un certo modo (questo non è da maschio / questo non è da femmina)
orientamento sessuale è il fatto di essere attratti emotivamente o sessualmente da un’altra persona (eterosessualità, omosessualità), ma questo non vuol dire che si abbia un problema di identità di genere

L’idea di introdurre a scuola la lotta contro gli stereotipi di genere, serve evitare che ci siano dei bambini che siano feriti e messi da parte, e quindi non si accettino profondamente, perché non corrispondono a certi stereotipi. Si educa all’uguaglianza.
I vestiti degli stereotipi di genere

Recentemente Sheryl Sandberg (CEO di Facebook) ha detto: “gli stereotipi cominciano con le t-shirt”.
Faceva riferimento ad alcune magliette moderne, molte, che riportano scritte stereotipate, tipo: “Intelligente come il papà” oppure “Bella come la mamma”.
Quasi come a dire che i maschi sono intelligenti e le femmine si devono limitare ad essere belle per loro?

Qui non si discute sull’ironia: certe volte possiamo anche pensare che una battuta sia solo una battuta. Ma siamo davvero convinti che quella maglietta sia così divertente da fare indossare a nostro figlio? Con tutte le magliette che esistono nel mondo, davvero riteniamo che quella maglietta lanci un messaggio positivo?

Basta recarci in una qualsiasi catena di scarpe per capire quanto gli stereotipi di genere siano radicati nella nostra cultura italiana. Proprio agli inizi dell’estate, siamo andati con nostra figlia a comprare scarpe estive necessarie per l’estate ragazzi. Cercavamo dunque delle scarpe comode, lavabili, adatte a correre o a fare le camminate in gita, chiuse o semi chiuse, per evitare che Dafne si facesse male alle dita o alle unghie dei piedi.

Mi credete se vi dico che nel reparto bambina non c’era nemmeno UNA scarpa con queste semplici caratteristiche? (Poi mi chiedono perché compro Naturino… embè!)
Le scarpe ‘da femmina’ erano tutte o con il tacco (mia figlia ha 7 anni, non 15 e non 25), con molti lustrini o glitter, e soprattutto eleganti: non c’era scarpe per correre.
Le scarpe ‘da maschio’ erano invece tutte perfette per correre e tenere ben saldo il piede e la caviglia.
E infatti siamo andati via a mani vuote.

Queste differenze di percezione maschio e femmina spesso si rilevano anche a scuola: in alcuni asili le femmine indossano grembiuli rosa lunghi, mentre i maschi indossano casacche azzurre corte. Questo cosa ci dice? Che le bambine non devono correre o fare troppi movimenti, mentre i bambini vengono lasciati con la casacca corta perché tanto loro ‘sono scalmanati’.

Questi sono solo alcuni esempi di stereotipi di genere quotidiani nei nostri armadi. E noi davvero pensiamo che rosa e azzurro siano due colori così importanti da meritare una distinzione di genere? E se invece provassimo ad usare tutti i colori del mondo, per vestire noi e i nostri figli? Questo li farebbe diventare meno uomini o meno donne, in futuro?
I giochi degli stereotipi di genere

Anche sul versante dei giocattoli, ci sono ancora nette distinzioni tra maschi e femmine. Persino nei cataloghi di giochi dei supermercati, ci sono pagine rosa per i giochi ‘da femmina’ e pagine azzurre per i ‘giochi da maschio’. Ma esistono davvero i giochi da maschio e i giochi da femmina? Secondo noi no, e ne abbiamo parlato qui:

Perché possiamo anche ammettere che bambini e bambine talvolta prediligano giochi diversi, ma dobbiamo anche ammettere che spesso non hanno nemmeno la possibilità di scegliere.

Perché i bambini non dovrebbero, ad esempio, avere un bambolotto? Da grandi non avranno figli da accudire?
E perché le bambine non dovrebbero giocare con le macchinine? Da grandi non guideranno?

Noi possiamo scegliere giochi migliori, per i nostri figli: giochi di società, costruzioni, giochi educativi, corde per saltare o giochi per fare movimento, colori per dipingere… ovvero giochi che piacciono a tutti.
Stereotipi di genere in casa

La nostra casa è spesso, involontariamente, la culla degli stereotipi di genere. Le mamme si ammazzano di fatica per lavorare, cucinare, portare i figli a fare sport, partecipare alle riunioni di scuola, pulire casa e anche fare la spesa. Davvero i papà non sanno fare queste cose? 

I papà moderni sono molto competenti: non solo sanno perfettamente gestire i figli, ed educarli, e anche occuparsi della casa. Lo fanno anche volentieri!

Non sarà che noi donne certe volte non sappiamo fare un passo indietro, e ci crediamo un po’ troppo indispensabili?

I lavori di casa, a chi spettano? A tutti quelli che vivono in casa! Bambini compresi, ovviamente.
Cosa possiamo fare in concreto contro gli stereotipi di genere?
Le parole sono importanti: cerchiamo di non fare distinzioni di genere quando parliamo con i nostri figli: facciamogli capire che da grandi potranno fare tutti i lavori del mondo!
In casa, dividiamoci i compiti, in modo che i figli vedano che le responsabilità appartengono a tutti, sia uomini che donne
Compriamo giochi e vestiti adatti a tutti, senza differenze, e sempre in base ai gusti dei figli: non sarà una cucina, a rendere omosessuale un bambino!
Educhiamo i figli alla parità, aiutiamo i nostri figli a capire che da grandi potranno studiare e lavorare tutti insieme, e che devono essere parimenti rispettati: per fare questo, lasciamo che il lavoro di mamma e papà sia ugualmente importante, e non che quello della mamma venga sempre sacrificato
Restiamo leggeri: ai bambini serve il nostro entusiasmo, serve una seria educazione alla libertà. Lasciamo che spieghino le loro ali per volare in alto!

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