Ricerche scientifiche condotte negli Stati Uniti testimoniano che gli adolescenti, pur navigando con disinvoltura, provano anche sentimenti di vergogna, imbarazzo e umiliazione, perfino quando usano la rete per rafforzare legami sociali e partecipare alla vita pubblica.
Insegnare ai bambini a programmare significa favorire la loro capacità di gestire al meglio l’ambiente on line, sperimentare punti di vista differenti, stimolando così la nascita di una nuova cultura dei videogiochi dove le espressioni di odio non rappresentano la norma.
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