Perfezionismo a casa, nella vita, sul lavoro: uno stile di vita dannoso per sé e per gli altri, perché sappiamo bene che non esiste la perfezione, eppure cerchiamo di ottenerla. Stiamo insomma inseguendo un obiettivo irraggiungibile, che non può fare altro che obbligarci alla frustrazione, e alla sconfitta.
Una persona perfezionista non si limita a cercare di fare il meglio per se stessa, ma soprattutto pretende di aggiustare la vita a tutti gli altri, di organizzarla, di dettarne le regole. E’ evidente, dunque, che non può essere una persona piacevole da frequentare, alla lunga.
In genere, il perfezionista:
è una persona che ha la presunzione di non sbagliare mai,
pretende di avere tutto sotto controllo,
vuole agire con la massima efficienza,
teme di deludere gli altri e dunque vuole risolvere i loro problemi,
non si accontenta mai del risultato finale e pensa avrebbe potuto fare di più.
Prendersi in carico i problemi del mondo, come se soltanto noi fossimo in grado di organizzare e risolvere le cose, è una finzione: noi non possiamo salvare il mondo, ma soprattutto il mondo non ci chiede di essere salvato!
Se i panni non sono stesi nel modo in cui piace a te, non è per forza sbagliato.
Se la cucina non è pulita come piace a te, non è per forza sbagliato.
Se il letto non è rifatto esattamente come lo fai tu, non è per forza sbagliato.
E’ semplicemente DIVERSO.
Con la nostra mania di perfezionismo non facciamo che allontanare l’aiuto che gli altri vogliono darci, perché se soltanto noi sappiamo fare bene le cose, gli altri prima o poi si stufano di aiutarci, e tutto il peso di gestione e organizzazione di casa e famiglia ricadranno sulle nostre spalle. Perché siamo noi ad averlo voluto!
Ecco allora alcune strategie per perdere un poco il controllo che esercitiamo sugli altri, e cambiare il nostro modo di rincorrere la perfezione:
1. Individuare le fonti di stress
Cosa ci stressa maggiormente? Cosa ci fa imbestialire? Facciamo una lista di 10 cose che per noi sono intollerabili, e facciamoci aiutare dai nostri familiari: se il problema è che i calzini non sono piegati a dovere, o che il rotolo della carta igienica è girato al contrario, con l’aiuto di tutti possiamo eliminare le fonti di stress più inutili che ci spingono al perfezionismo e sono facilmente risolvibili.
2. Dare un giusto peso agli sbagli
Consideriamo un errore: è solo un errore. Dopo che abbiamo commesso uno sbaglio, o abbiamo lasciato delle gocce sul lavandino, o non abbiamo rifatto i letti: è realmente successo qualcosa? Qualcuno si è accorto della differenza? E’ accaduto qualcosa di irrimediabile?
3. Delegare e collaborare
Chiedere aiuto e lasciare che ognuno, al lavoro e in famiglia, faccia la sua parte. E accettare che il tempo che ci viene donato è perfetto così, e non deve essere ‘perfetto per noi': quindi cercare di abbassare il nostro standard irrealistico, e accettare che gli altri facciano del loro meglio, a modo loro, senza correggerli o senza rifare ciò che è stato già fatto.
4. Essere gentili
Con noi stessi, innanzi tutto, per permetterci di pazientare, e di non farci prendere dall’ansia o dalla paralisi del non riuscire a fare tutto perfettamente. Ma essere gentili anche con gli altri, ringraziarli del loro aiuto, accettarlo senza obiezioni e senza correzioni.
5. Dare il giusto tempo alle cose
Per non fare sempre tutto di fretta, con la smania di fare troppo, diamo il giusto tempo ad ogni azione: mangiare in un’ora, dormire almeno 8 ore, camminare 40 minuti, concedersi 5 ore la settimana per leggere un libro, ecc… In questo modo non avremo tempo per ossessionarci con le pulizie di casa, o un’eccessiva predisposizione a lavorare anche di sabato o domenica o di notte, o a saltare il pranzo pur di fare le cose alla perfezione.
6. Dare spazio ai propri sogni
Dopo una vita spesa a lavorare solo per il dovere, facciamo una lista delle cose che vogliamo, di ciò che ci piace, dei sogni che vorremmo realizzare. Ogni mese sforziamoci di realizzare uno di questi sogni, che sia un viaggio o un massaggio rilassante, una cena con le amiche, un giro di shopping. Tutto senza guardare l’orologio.
7. Preghiamo, meditiamo
Diamo spazio al silenzio, alla meditazione, alla preghiera: togliamoci di dosso tutta la pressione delle ‘cose da fare’ e restiamo in silenzio, respirando a pieni polmoni, per sentire lo scorrere del tempo.Il tempo passa e il mondo continua lo stesso, noi continuiamo lo stesso, la vita continua. Possiamo rilassarci e prenderci tutto il tempo, perché le cose funzionano anche se noi non ci affanniamo.
Procediamo a piccoli passi; non cambieremo noi stessi in un giorno, ma almeno sappiamo una cosa: che dobbiamo cambiare. Il perfezionismo può diventare una malattia, e può sfociare in ansia, stress e depressione: davvero vogliamo che un letto non rifatto o una pila di piatti sporchi ci conduca in un vortice di autolesionismo?
Ricordiamoci lo scopo perché siamo qui: trovare la nostra felicità- Una felicità condivisa, un benessere che ci permetta di alzarci con il sorriso anche quando realmente non crediamo di potercela fare. Riprenderci un poca della nostra spensieratezza e fare il meglio possibile. Non tutto, solo il meglio possibile – e anche il piccolo lusso di fare qualche brutto errore e imparare a dire: PAZIENZA!
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