Conoscete il Progetto PA.RO.LA.?
Il Progetto didattico Parola prende forma tre anni fa da un gruppo di docenti che, consapevoli delle difficoltà dei ragazzi ad apprendere in maniera costruttiva e critica, decidono di sperimentare un nuovo modo di fare lezione abbandonando la classica lezione frontale. L’obiettivo del metodo sperimentale è permettere la connessione tra i “saperi”, per creare una rete di conoscenze interdisciplinari utili ad intrappolare il bagaglio di nozioni acquisite e risalire, attraverso i collegamenti, ai “saperi” che meno si ricordano, in una visione unitaria delle singole parti. Il progetto ha come punto di partenza l'esigenza di superare la tradizionale visione separata delle discipline, che, non essendo compartecipative tra loro, frantumano la realtà e la conoscenza del mondo, creando moduli di sapere non sempre spendibili in ambito lavorativo e non. La responsabilità di noi docenti era di formare gli studenti in un modo alternativo, non così rigido e circoscritto, nel tentativo di creare un’apertura costante e vigile delle loro menti attraverso una metodologia applicata sull’intera programmazione annuale degli argomenti appartenenti a tutte le discipline con lezioni che prevedevano la simultanea presenza dei docenti coinvolti.
I risultati ottenuti attraverso le verifiche “globali” e trasversali delle nozioni interdisciplinari, nel primo anno della sperimentazione, non sono stati all’altezza delle attese. I ragazzi lo hanno ritenuto difficoltoso e complicato. I motivi erano rappresentati da una mancata visione d’insieme del sapere e dall’abitudine ad imparare nozioni per compartimenti stagni, oltre ad una resistenza mentale refrattaria verso ogni progetto innovativo.
In base all’ osservazione dell’anno precedente e sulla difficoltà dei ragazzi di fare uso della “logica” nello studio, il secondo anno di sperimentazione è partito proprio dal concetto di logica, collegata ad ogni disciplina coinvolta. Con grande soddisfazione, i risultati ottenuti alla fine del secondo anno sono stati soddisfacenti.
Siamo giunti così al terzo anno di sperimentazione con la consapevolezza che la nostra caparbietà, nella prosecuzione del progetto, è servita a creare nei ragazzi una forma mentis aperta all’apprendimento, ricettiva e critica.
Anche noi docenti abbiamo appreso molto : abbiamo imparato che un confronto democratico porta maggiormente al successo che le regole e le tirannie; che i dubbi portano più creatività delle risposte, che ci si può mettere in discussione come insegnanti senza sentirsi per forza spodestati dal proprio ruolo.
Lavorare in gruppo non significa aumentare le possibilità di successo, ma amplificarle in modo esponenziale.
Significa discutere, dialogare, stravolgere ogni lezione se non adatta ai ragazzi; dare anche a loro la possibilità di criticare il nostro modo di educare, dare suggerimenti e progettare nuove idee.
Il Progetto PA.RO.LA. ha riconosciuto ai ragazzi un ruolo costantemente ATTIVO nell'insegnamento.
È stato un atto di coraggio da parte nostra, uno scendere dalla cattedra per lavorare gomito a gomito con loro.
Perché, secondo noi, così si dovrebbe insegnare.
Monica Rovaris
Sara Allegrini
Lucina Papetti
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