sabato 9 aprile 2016

Seconde generazioni

L'integrazione scolastica e sociale dei ragazzi di origine straniera nell'indagine dell'Istat

E' stata recentemente pubblicata "L'indagine sull'Integrazione delle seconde generazioni ", condotta dall'Istat nel 2015 e cofinanziata da Unione europea e Ministero dell’Interno.

L'indagine ha preso in considerazione le scuole secondarie di primo e secondo grado con almeno 5 alunni di cittadinanza straniera mettendo in evidenza la situazione dell'integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni in riferimento all'anno 2015.

Dei 305mila aluni stranieri iscritti nel 2015 (148mila nelle scuole secondarie di primo grado e 157mila nelle secondarie di secondo grado) la maggior parte (30,4%) è nato in Italia, il 23,5% è arrivato prima dei 6 anni, il 26,2% è entrato in Italia tra i 6 e i 10 anni, mentre il 19,9% è arrivato a 11 anni e più.

L'arrivo in Italia da un paese altro può presentare dei problemi, prima di tutto legati alla conoscenza della lingua: quella parlata a casa è diversa da quella utilizzata a scuola e questo può richiedere la necessità di iscrivere il ragazzo a una o due classi inferiori rispetto a quella prevista per la sua età, fattore che non facilita di certo nella pre-adolescenza o nell'adolescenza l'integrazione e l'accettazione da parte dei compagni.

Se analizziamo i dati pubblicati dall'Istat, notiamo che quasi la metà (49%) degli alunni stranieri nati all'estero è stato iscritto a scuola nella classe corrispondente alla propria età; il 39% viene iscritto nella classe precedente, mentre il 12% in classi in cui l'età teorica di frequenza è di almeno 2 anni inferiore a quella del ragazzo. Il 27,3% degli studenti stranieri dichiara di aver dovuto ripetere uno o più anni scolastici. Sono soprattutto i nati all'estero ad avere esperienza di ripetenze (31%), mentre per i nati in Italia la quota di ripetenti è più vicina a quella degli italiani (rispettivamente 18,7% e 14,3%).

Un altro dato che ci sembra evidenzaire le difficoltà di questi ragazzi ci viene fornito dai dati che analizzano la socialità. Se prendiamo i ragazzi stranieri delle scuole secondarie di primo grado, riscontriamo che una percentuale abbastanza importante (21,6%) si riferisce ai ragazzi che non frequentano i compagni di scuola al di fuori dell'orario scolastico, contro il 9,3% degli studenti italiani. Il 13,8% degli alunni stranieri dichiara di frequentare solamente compagni stranieri, connazionali o con cittadinanze diverse dalla propria. Un isolamento che evidenzia non solo la mancanza di una rete a sostegno della famiglia e la scarsità di relazioni sul territorio, ma anche possibili fattori di rischio per il futuro.

Rispetto alla nazionalità percepita, il 38% dichiara di sentirsi italiano, mentre il 33% si sente straniero e il 29% preferisce non rispondere. La percentuale di coloro che si sentono italiani diminuisce con l'aumentare dell'età che si aveva al momento dell'arrivo in Italia: tra i ragazzi arrivati dopo i 10 anni quasi il 53% si sente straniero, a fronte del 17% che dichiara di sentirsi italiano; mentre aumenta analizzando coloro che sono nati in Italia: si considera straniero solo il 23,7% degli intervistati mentre il 47,5% si sente italiano.

Un'integrazione ancora lunga a venire, dove alle difficoltà vissute dai ragazzi si associano quelle dei professori, tanto da indurre il 73,1% dei dirigenti scolastici a dichiarare una maggiore consapevolezza rispetto al passato sulla necessità di programmare adeguate strategie per un inserimento positivo dei ragazzi stranieri.

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