Vi è mai capitato di assistere ad una partita e sentire le persone a bordo campo cominciare a sbraitare come matti?Nel calcio, nel basket, nel tennis…anche nella pallavolo. Non si parla di campionati e gironi di prima serie ma di partite di bambini. Ebbene si.
Il genitore non ha più le idee chiare su sé stesso e sulla sua identità di ruolo: spesso si riconosce attraverso i figli. E’ una sofferenza e un malessere diffuso nella nostra società.
Ho identificato 5 tipi di genitori nell’ambito sportivo:
1. L’allenatore
2. il rissoso
3. l’ipercritico
4. il proiettivo
5. l’autocentrato
1. L’allenatore: da continuamente indicazioni al figlio, sia fuori che dentro al campo, sia in allenamento che in partita. Questo comportamento genera confusione nei bambini perché non hanno una sola figura di riferimento. Solitamente è una “zecca” per l’allenatore, critica l’operato del coach e istiga gli altri genitori
2. il rissoso: è il tipo di genitore più primitivo, incita gli atleti alla violenza, usa un linguaggio offensivo, non perde occasione per uno scontro verbale e talvolta non rispetta l’impianto sportivo e gli arredi
3. l’ipercritico: da contanti giudizi svalorizzanti verso il figlio, per esempio genitori ex sportivi esordiscono con eri e propri consigli sul campo “corri di più, lancia più in alto, etc, ” questa è un tipo di violenza psicologica. Tende ad essere pessimista: “si perde sempre ” e non accoglie quasi mai proposte ludiche: “andiamo a mangiare una pizza insieme. No, sarebbe meglio che si allenassero”
4. il Proiettivo: proietta inconsapevolmente i suoi sogni e desideri sul figlio o la figlia. Da indicazioni secondo quello che pensa sia giusto per i figli, talvolta non tenendo conto dei reali desideri del bambino o bambina. Descrive come incompetenti chi critica i suoi giudizi e per il figlio o figlia che non segue i suoi desiderata talvolta attua comportamenti privativi modulando gli affetti in base alla sua proiezione
5. l’autocentrato: amplifica i meriti dei propri figli a discapito degli altri, non tollera battute sui propri figli e se figura femminile può essere molto ansiosa su quello che succede in campo. Spinge il figlio a richiedere trattamenti preferenziali
Che ne pensate?
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