Melody
Sharon M. Draper, Feltrinelli, 2016
dagli 11 anni
Fin da quando ero piccolissima le parole per me erano dolci doni liquidi che bevevo come limonata. Potevo quasi sentirne il sapore. Davano sostanza ai miei pensieri e ai miei sentimenti confusi. I miei genitori mi hanno sempre avvolta con i loro discorsi. Mio padre cantava per me, mia madre mi infondeva forza sussurrandomi all'orecchio. Assorbivo ogni parola che dicevano a me o su di me, fissandola nella memoria.
Ma solo nella mia testa.
Non ho mai detto una parola. Ho quasi undici anni.
Si apre così la storia di Melody.
La sua memoria eccezionale è alla base di un'intelligenza fuori dal comune, ma nessuno, a parte i genitori e la vicina di casa, riesce a immaginarlo perché Melody sta su una sedia a rotelle e non può parlare. Nella sua classe speciale gli insegnanti spesso ripetono all'infinito le prime lettere dell'alfabeto, senza mai arrivare neppure alla zeta. La frustrazione è tanta e finisce per trovare sfogo in impeti di rabbia difficili da controllare.
Le cose cambiano quando, grazie ad un'insegnante di sostegno, la protagonista scopre che un computer con voce sintetica può aiutarla a comunicare con gli altri, con il mondo. Per quel mondo però Melody diventa, se possibile, ancora più strana. Mentre la sua intelligenza colpisce tutta la scuola, facendola entrare nel gruppo selezionato per un quiz nazionale, Melody scopre l'amaro sapore dell'invidia. Il coraggio non le manca, ma le basterà per affrontare le ambizioni dei suoi compagni “normali”? Mentre TV e giornali hanno fatto di lei la protagonista del concorso, il suo “gruppo” si coalizza per eliminarla dal gioco. Quando tutto sembra andare nel peggiore dei modi, Melody scoprirà su chi può davvero fare affidamento.
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