martedì 15 marzo 2016

Generazioni, che fine hanno fatto?

Tra genitori che non crescono mai e figli eternamente adolescenti, viviamo tutti dentro un'unica età, condividendo spazi, interessi, argomenti, modi di vestire. E diventare adulti resta la sfida più difficile

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Hanno la sindrome di MacGyver: aggiustano e riadattano i giocattoli, i propri e quelli dei figli, come se dovessero servirgli per sempre. Anzi, di certi giochi sono i veri titolari: come i trenini elettrici che, ormai si sa, sono il giocattolo preferito degli ultrasessantenni. E non si staccano mai dallo zainetto. Emblema universale di quell’adolescenza, contagiosa e inguaribile, che non prevede distinzioni: di età, di genere, di look, di ruoli.

Gli “adultescenti”, adulti con comportamenti da teenager, sono in libera circolazione da qualche anno e sui dizionari dal 2013, ma ora sembrano essersene accorti tutti: romanzieri e saggisti, cineasti e psicanalisti. Che certificano: l’adolescenza non è più solo una fase della vita, misurabile con strumenti cronologici, ma è una mentalità, un modo di atteggiarsi, uno stile di abbigliamento, un miscuglio di interessi e di aspettative, che va oltre la giovinezza. Anzi, che non finisce più.

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