venerdì 25 marzo 2016

I GIOVEDI' DEL LIBRO - children's book fair

La gara delle coccinelle 



La casa editrice Terre di Mezzo sta lavorando benissimo ed è riuscita nel tempo a costruire un catalogo ragazzi fitto di albi importanti, sperimentali, selezionati dal punto di vista iconografico e testuale. Questo è di un libro senza parole che viene dagli Stati Uniti: La gara delle coccinelle (titolo originale The ladybug race), illustrato da Amy Nielander, che è stato finalista al Silent Book Contest 2014.



La gara delle coccinelle

Amy Nielander, Terre di Mezzo Editore, gennaio 2016



Che è un super albo lo vedete da soli. Osservate questa copertina esplosiva, attraversata da uno sciame di coccinelle di varia provenienza. Coccinelle illustrate (immagino) con pazienza e amore, che riprendono fedelmente i colori, le forme, le misure di questi esserini in movimento. Ce ne sono centinaia, sono realizzate a grandezza naturale e provengono da tutto il mondo! Si deve essere documenta veramente tanto l’autrice, prima di dedicarsi a questa bellissima opera (il suo primo picture book) che unisce il rigore scientifico del tratto, alla forza poetica di una originale narrazione senza parole.


L’idea di fondo è semplice e di una chiarezza lampante: viene narrata per immagini una gara di velocità tra coccinelle. Eccole tutte affiancate dietro la linea di partenza, posta sul margine sinistro del foglio. Intuiamo, perché è una delle regole implicite degli albi illustrati, che tutto ciò che si pone alla sinistra della pagina indica il passato, ciò che viene prima, mentre la seconda linea a scacchi bianchi e neri sul bordo destro rappresenta senza ombra di dubbio l’ARRIVO, ciò che viene dopo, il futuro.





Giriamo pagina e la sfida prende il via. Un’onda di coccinelle avanza veloce e compatta. L’autrice riprende la gara dall’alto, attraverso una visuale panoramica ampia e onnicomprensiva. Le coccinelle cominciano a separarsi, a distaccarsi tra loro. Notiamo un gruppetto più rapido che forma una sorta di freccia che tende verso il centro della pagina. Una piccola coccinella grigia è in vantaggio su tutte, guizza via leggera, proiettandosi verso il traguardo.





Supera un ostacolo (rappresentato dalla piega centrale del libro), spicca il volo in solitaria, si allontana dalle sue rivali, piccola e fulminea va avanti sicura. Mentre lei si avvicina spavalda alla linea dell’arrivo, in fondo in fondo sulla sinistra scorgiamo l’ultima tra le ultime, un’altra coccinella grigia, di corporatura più grande, che è in evidente difficoltà. È la più lenta e rimane indietro.

A metà percorso un grosso impedimento blocca le coccinelle. Il centro dell’albo, la piegatura, diviene un ostacolo insormontabile: una buca che attira tutto al proprio interno? Un vortice pericoloso? Gli insetti variopinti finiscono lì in mezzo, come risucchiati, sparendo alla vista. Tutti, fatta eccezione per la coccinella veloce, che continuiamo a scorgere sulle pagine con le ali spiegate.



Ed ora viene il colpo di scena: colei che primeggia interrompe la sua marcia trionfante e torna indietro per raggiungere le sue “rivali” in difficoltà. Assistiamo a un vero e proprio salvataggio. Le coccinelle si alleano, uniscono le forze, si prendono per “mano” e si legano l’una all’altra formando una lunga catena. A capo della fila, la coccinella più rapida, l’eroina, che quasi solleva le altre tirandole fuori dall’impaccio; mentre giù giù giù, all’estremo opposto di questa spirale di corpicini, ali, antenne che si sostengono le une con le altre, sta appesa la coccinella grigia grande e lenta. Che non viene lasciata sola al suo destino, ma al contrario, viene aiutata.





La conclusione è un gioioso happy end, un gesto di solidarietà che ristabilisce le giuste priorità. Un atto di altruismo, cura, generosità e gentilezza. Io ci ho visto anche qualcosa in più: forse le due coccinelle grigie sono unite da un legame di parentela? Del resto, se torniamo indietro alla prima pagina, notiamo che le due partivano affiancate, vicine.






Forse si tratta di una nipotina che torna a soccorrere sua nonna? O la figlia che va incontro alla mamma o al papà? O forse no, non si conoscevano nemmeno? Questo renderebbe l’azione della piccina ancora più nobile.





In fondo saperlo non è rilevante. Quello che conta è la profondità del messaggio veicolato dall’autrice: primeggiare è davvero la cosa più importante? Arrivare soli al traguardo è la più grande soddisfazione?Quello di Amy Nielander è un illuminante insegnamento, non solo per i nostri figli, reso a livello grafico e illustrativo in maniera magistrale.





E la gara alla fine che l’ha vinta?

Ho trovato un’animazione del libro in gif. Guardate che bello l’effetto complessivo in movimento!

Viv

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