sabato 19 marzo 2016

Il bullismo è un problema che esiste da sempre




Il fatto che esista da sempre non significa che non sia un problema e che non vada combattuto: anzi proprio per la sua inutilità, stupidità e cattiveria è ormai arrivato il momento di trasformarlo in un ricordo del passato.

Che cos’è il bullismo

Per vedere come combattere il bullismo dobbiamo prima di tutto capirlo e definirlo, e come sempre ci viene in aiuto Wikipedia:

“Il bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi”.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Bullismo

Non bisogna infatti confondere il bullismo con la normale interazione tra bambini o adolescenti, che a noi adulti spesso può sembrare aggressiva, rumorosa, esagerata. La normale interazione diventa bullismo quando è perpetrata da tanti nei confronti di pochi, dura nel tempo e porta le vittime ad uno stato di stress, paura, depressione.

Il bullismo esiste dalla notte dei tempi, ma c’è un nuovo fenomeno che si sta diffondendo da quando esiste internet, e la comunicazione online è diventata di massa: il cyberbullismo.

Che cos’è il cyberbullismo e come difendersi

Quando il bullismo avviene sulla rete si parla di cyberbullismo, ma il fatto che sia cyber non lo rende meno pericoloso. Quello che lascia il segno nel bullismo, infatti, non è la componente fisica, ma quella psicologica, che nel cyberbullismo è presente, anzi spesso amplificata, dall’anonimato e dalla distanza fisica.

E’ dovere dei genitori difendere i propri figli dal cyberbullismo, e difenderli significa impedire che diventino vittime, ma anche che diventino aguzzini.
si vedono troppo spesso genitori preoccupati che i figli diventino vittime del bullismo, e ne vedo troppo pochi preoccupati che ne diventino autori: entrambe le cose sono da combattere, ma essere aguzzini è molto più grave che essere vittime, perché è una scelta, e quindi c’è una colpa, quella di aver scelto male come comportarsi.

Per difendere i propri figli dal cyber bullismo bisogna agire su vari fronti: 
educazione 
prevenzione 
controllo 

Educazione contro bullismo e cyberbullismo

I nostri figli devono essere educati al rispetto in qualunque ambito. È impossibile insegnare ai figli che non bisogna essere bulli se in auto ci si comporta come cavernicoli, se si è rissosi, se si ritiene che la prevaricazione fisica e psicologica sia un modo con cui rapportarsi agli altri.
I motivi per cui pochi genitori sono preoccupati che i figli siano autori di bullismo, è che sono essi tessi dei bulli: l’educazione quindi dovrebbe partire dai genitori stessi.
In questo campo i singoli possono fare poco: ci vuole un intervento delle istituzioni, a livello sociale: maggiore informazione, ma anche maggiore responsabilizzazione e punibilità per atti di bullismo e atteggiamenti violenti, rieducazione per chi ne è autore, e così via.

Per i nostri figli invece, come sempre quello che funziona è l’esempio: comportiamoci bene con loro, facciamo vedere loro che esistono modi di interagire non violenti, e impareranno meglio che con qualunque parola. Questo non esclude ovviamente il fatto di spiegare loro come comportarsi bene, commentando film e video insieme a loro, facendogli leggere racconti e storie educative, e così via.

Prevenzione contro il cyberbullismo

Come si può prevenire il cyberbullismo? I metodi non sono diversi dalle altre forme di bullismo. Per esempio far vedere ai compagni che il proprio figlio non è solo ma ha una famiglia che lo supporta: i bulli cercano vittime indifese, quindi far vedere la propria presenza come genitori può far dissuadere. Non bisogna però esagerare, perché essere troppo protettivi è sgradito ai figli, ed è un buon pretesto per i bulli.

Anche l’educazione è una forma di prevenzione: ci si difende meglio da ciò che si conosce.Quindi è utile far conoscere la rete ai nostri figli, star loro vicino mentre usano tablet, PC e telefoni, spiegare sempre tutto quando chiedono.

E’ sicuramente utile anche utilizzare software di parental control che permettano di escludere la navigazione di determinati siti: questa è un’ottima tattica di prevenzione. Con la TV o i libri è più facile, basta non comprare libri o DVD inadatti. Su internet invece, dove tutto è disponibile, servono appositi software.

Controllare i figli, ovvero essere presenti

Nonostante un’ottima educazione e un’attenta prevenzione, purtroppo non si può escludere che le cose accadano. L’ultima arma a disposizione è il controllo.
Nessun bambino o adolescente ama farsi controllare, e non è neanche bello o eticamente corretto farlo, quindi dovremo farlo con la massima discrezione, e solo in situazioni particolari. Perdere la fiducia dei figli perché si è troppo ficcanaso è quanto di peggio possa accadere: ci verrà nascosto tutto, e sarà difficile aiutarli in caso di vero bisogno.
Anche in questo caso ci vengono in aiuto software di parental control.

Consigli pratici contro il cyberbullismo

Prima di tutto non bisogna demonizzare internet, i PC i telefonini o i tablet: qualunque sia la nostra opinione a riguardo, i nostri figli vivono e vivranno in un mondo in cui questi strumenti saranno onnipresenti, quindi meglio conoscerli. Sono strumenti di comunicazione e di lavoro, di per sé non sono dannosi, sono anzi utilissimi. È l’uso che se ne fa che può essere sbagliato.

I genitori devono essere informati, rimanere aggiornati e conoscere le nuove tecnologie. Non esistono scuse: è possibile fare corsi, imparare da soli online. Al giorno d’oggi affermare di non capirci di internet e tecnologia o di non esserne interessati, equivale a dire che non si è interessati a leggere o a scrivere: è una conoscenza essenziale e imprescindibile. Solo conoscendo possiamo insegnare bene ai nostri figli.

Diamo delle regole e dei limiti di utilizzo. In pratica è possibile definire quali siti può vedere, quando e quanto può utilizzare i dispositivi, inoltre permette di salvare la storia delle attività di navigazione. Tutto è configurabile e attivabile a seconda delle esigenze dei genitori e dei figli.

Interveniamo solo quando necessario. Non facciamo sentire i nostri figli come detenuti sotto controllo costante: non avranno più fiducia nei genitori e troveranno il modo di non farsi scoprire, in questo modo non saremo in grado di aiutarli quando ne avranno bisogno. Cerchiamo di passare sopra alle piccole marachelle che tutti i bambini o gli adolescenti possono fare.

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